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Vaduz, una retrocessione annunciata: ma tra un mese e mezzo, si riparte

Alla fine, il Vaduz, alla penultima giornata, è matematicamente retrocesso. Intendiamoci: le relegazione era virtuale già da dopo la sconfitta di Lugano, visto il vantaggio incolmabile, a livello di differenza reti, con il Losanna, unica squadra raggiungibile da parte dei biancorossi. Tuttavia, è solo da domenica che è diventata ufficiale: quindi, da lunedì mattina (ma, nel Principato, si è cominciato da molto prima), si guarda al futuro.

La relegazione è stata accettata senza particolari drammi (niente a che vedere con quanto accadde a Zurigo nella passata stagione): i dirigenti del club, con i quali abbiamo scambiato quattro parole informali in tribuna a Lugano, la scorsa settimana, erano consapevoli del rischio; ma, del resto, faceva parte del gioco. Il Vaduz è una realtà molto particolare, da poco meno di 4.000 spettatori di media a partita (peggio ha fatto, finora, solo il Lugano: chissà se i ticinesi non riescano a fare il sorpasso nell’ultima giornata…); il divorzio con Giorgio Contini, guida tecnica da quattro stagioni, è stata probabilmente la svolta della stagione.

Quando abbiamo avuto occasione di parlarne, in occasione della partita che la sua sua squadra attuale ha disputato a Cornaredo contro il Lugano, poche settimane fa, l’attuale tecnico del San Gallo ci ha detto che la scelta è stata consensuale e dovuta al logoramento del rapporto, che era ormai il più longevo della Super League, con oltre quattro stagioni di durata. Insomma, entrambe le parti cercavano nuove sfide e nuovi stimoli. La sensazione, per chi ha seguito tutto il torneo, è che, con il tecnico di origine italiana alla guida, il Vaduz avrebbe potuto farcela anche questa volta, visto alcune prestazioni offerte dai biancorossi (la vittoria contro il Lugano, il pareggio casalingo con il Basilea, per citarne alcune).

Certo, l’anno scorso la campagna di rafforzamento invernale, con l’approdo, nel Principato, in prestito, di Armando Sadiku, era stata molto più importante. E, probabilmente, anche questo è stato uno dei motivi che hanno spinto l’allenatore a lasciare la panchina biancorossa. Il fatto poi che in Svizzera (unica federazione in Europa) sia consentito di allenare due squadre della stessa categoria nella stessa stagione (avvenne anche lo scorso anno, con Saibene passato dal San Gallo al Thun), ha contributo senza dubbio ad accelerare il divorzio. Comunque, Contini è il passato: il presente, è la retrocessione, e la necessità di creare un nuovo progetto sportivo in tempi brevi.

Per il Vaduz, il futuro inizierà con i preliminari di Europa League, raggiunti grazie all’ennesima vittoria (ottenuta il 24 maggio) della Coppa nazionale, questa volta a spese dell’Eschen, squadra militante nella 1 Liga Gruppo 3 del campionato svizzero (corrispondente alla nostra Serie D), superato 1-5. Poi, nel penultimo fine settimana di Luglio, inizierà la Challenge League. La serie cadetta, nella prossima stagione, si annuncia interessante: in attesa del verdetto definitivo sulle licenze di Chiasso e Wholen (che verrà emesso domani, e dopo il quale si avrà il quadro definitivo delle squadre iscritte al torneo), ai nastri di partenza, a contendersi il primo posto, oltre alla squadra del Principato, ci saranno Neuchâtel Xamax e Servette, con lo Sciaffusa dei fratelli Yakin a fare da terzo incomodo. Insomma, sarà una stagione tutta da vivere.