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La geografia della Russian Premier League 2017-2018

Gli spareggi hanno sancito gli ultimi verdetti in Russia, con Arsenal e Ska che si sono aggiudicate gli ultimi due posti nella Russian Premier League 2017-2018

Finalmente! Dopo nove lunghi anni l’estremo oriente torna ad avere una propria esponente nella massima serie. Niente Luch stavolta , con la compagine di Vladivostok che aveva fino al 2008 complicato i piani delle squadre occidentali, bensì Ska Khabarovsk, al debutto in RPL. Una cavalcata tortuosa, come è comprensibile viste le difficoltà logistiche di un torneo, la serie b russa, tra i più imprevedibile del mondo per fattori non strettamente connessi a quanto accade sul manto erboso, conclusasi con un play off (o play out, dipende dai punti di vista) tiratissimo e superato soltanto ai calci di rigore.

Già raggiungere il quarto posto non era stato semplice, con un finale da cardiopalma. L’ultima giornata, infatti, era quasi un pre spareggio contro il Tambov, che con un successo avrebbe superato proprio lo Ska suggellando una stagione straordinaria da neo promossa: avanti di due gol, la squadra di Khabarovsk si è fatta rimontare, venendo salvata soltanto dalla traversa nei minuti finali. E da un grande Dobvnya, salvatore della patria anche nello scontro con l’Orenburg. Dopo lo 0-0 di giovedì a pochi passi dalla Cina, la squadra di Evdokimov ha approcciato meglio la partita, ma non ha saputo perforare la coriacea difesa avversaria, sbagliando anche un rigore nella prima frazione. Impauriti dall’errore dal dischetto, i neopromossi hanno provato in tutti i modi a chiudere i conti al 120′, ma la difesa dello Ska ha retto. E alla lotteria dei rigori Dobvnya ha fatto ancora il suo, ricacciando in “B” l’Orenburg dopo il primo anno nella massima serie e rendendo inutile la sconfitta del Rostov nell’ultima giornata, che proprio a causa di quel 2-0 ha perso l’Europa League.

La favola dello Ska è splendida, ancor di più perchè apre nuovi scenari al torneo nell’edizione che farà da apripista al Mondiale del prossimo anno. “La prossima stagione sarà complicata da calendarizzare. Prima la Confederations, poi il Mondiale, compilare le giornate non sarà affatto banale” così glissava il ministro dello Sport Vitalij Mutko, ignaro del nuovo arrivo tra le migliori sedici. Adesso ci si aggiunge anche la questione Khabarovsk, meno gestibile di quanto immaginabile, visti anche gli impegni europei di diversi club russi e la scarsa possibilità di recupero dei fusi orari, più che dei viaggi. Perchè anche le squadre più vicine (quelle sui Monti Urali, circa 6000 km) dovranno volare per 5-6 ore almeno. Ma c’è un punto da non sottovalutare: a ovest possono vedere di cattivo gusto un viaggio del genere, ma loro lo dovranno compiere una volta sola. Lo Ska invece per 15 volte.

La promozione dello Ska Khabarovsk ha messo un po’ in secondo piano l’esito dell’altro spareggio. Stavolta la rappresentante della serie cadetta non ce l’ha fatta, nonostante la vittoria ottenuta in casa nella gara d’andata: per i siberiani dell’Enisey (anche per loro si sarebbe trattata di una prima volta) infatti è stato fatale l’1-0 subito in casa dell’ Arsenal Tula, che non si era mai salvata nella sua storia: un po’ di fortuna, vista la clamorosa sterilità offensiva e il regalo all’ultima giornata dello Spartak, e l’esperienza di alcuni giocatori hanno permesso ai Samovari di non sprofondare e di rimandare il sogno della città di Krasnoyarsk, al momento nell’elitè sì, ma di altri sport.