La vittoria di ieri, a Losanna, ha consolidato il terzo posto in classifica del Lugano: venerdì sera, a Cornaredo, probabilmente davanti al pubblico delle grandi occasioni (prevendita a gonfie vele), ai ragazzi di Tramezzani basterà un punto con un Lucerna ormai matematicamente qualificato ai preliminari per raggiungere un traguardo che, solo tre mesi fa, neppure Renzetti (da sempre il più possibilista di tutti sulla forza della squadra) avrebbe mai potuto pensare di raggiungere.
Tutto bene, insomma. La squadra appare tranquilla e rilassata, alla vigilia di una partita così importante: oggi lavoro differenziato per chi era in campo a Losanna e chi no, e domani riposo per tutti. L’ostinato silenzio di Tramezzani, e alcune battute sibilline del presidente, stanno però riscaldando l’ambiente, che si pone parecchie domande sul futuro della squadra. In Ticino, la polemica, come sappiamo, è il sale con il quale condire ogni vicenda, soprattutto calcistica.
Non è una novità, inoltre, che i bianconeri siano amati dai loro tifosi e detestati da molti che hanno ACB, Momò e Bianche Casacche nel cuore. A tanti di questi, poi, non sembra vero di poter rovinare la festa dei rivali, con previsioni catastrofiche sul futuro della loro squadra del cuore, che vedono fughe notturne di giocatori e allenatore protagonisti di questa stupenda cavalcata: insomma, il verso cupo dei gufi.
Diverse testate hanno così ipotizzato, per il prossimo anno, una panchina diversa per Tramezzani, a scelta tra Young Boys e Sion, oltre a immaginare varie destinazioni per i protagonisti della stagione. Renzetti, a Losanna, ai giornalisti di Ticinonews presenti, a proposito di Tramezzani, ha detto: “Nessuno ce lo toglie. Si rende conto dei risultati che sta ottenendo, e di quanto possa essere importante per la sua carriera. Se fossi in lui, resterei a Lugano anche gratis, pur di fare l’Europa.” Al di là dell‘incipit, che è chiaro, perché ribadire l’ovvio? Il tecnico emiliano ha un contratto, e la società è soddisfatta: quindi, le conclusioni sono (dovrebbero?) essere conseguenti.
Il tecnico, tanto per cambiare, tace (parlerà sabato, a fine campionato). Tramezzani non è certo un personaggio banale, e ha una tattica comunicativa che può non piacere, ma che ha l’effetto di tenere desta l’attenzione su di lui (come nel caso della celebre visita in fabbrica, della quale si parlò molto anche oltreconfine): non ci stupiremmo di vedere ancora, venerdì, in tribuna stampa, diverse testate sportive provenienti dalla Penisola. Dopodiché, si può solo provare a immaginare cos’abbia, nella testa, l’ex giocatore dell’Inter.
In assenza, quindi, delle dichiarazioni dell’allenatore, facciamo un gioco: l’osservatore neutrale (siamo in Svizzera, in fondo). Iniziamo a considerare che una così felice combinazione di eventi sia l’eccezione, e non la regola. L’anno prossimo, tra l’altro, la Super League svizzera subirà una contrazione dei posti validi per la qualificazione alle competizioni europee: ripetersi, insomma, sarà complicato. Il presidente ha parlato chiaro: al di là della presa d’atto di questo magnifico risultato, non ci saranno follie finanziarie.
Anche se verrà confermato il terzo posto, la filosofia rimarrà quindi la stessa di quest’anno: cercare e valorizzare promesse pescate qua e oltre confine. Mizrachi e Carlinhos hanno dimostrato di essere pronti a sostituire Alioski e Sadiku, e si attende l’ufficializzazione di Luca Crescenzi, difensore centrale di 25 anni, 12 presenze col Pisa quest’anno, che andrà presumibilmente a coprire il buco lasciato da Golemić, dato in partenza. Arriveranno, poi, altri rinforzi (Marzouk, in prestito dalla Juventus, che ha ben fatto quest’anno a Chiasso e, con ogni probabilità, altri nomi).
Quindi? Al nostro osservatore, non sfugge che la Super League, il prossimo anno, sarà durissima. Lo Zurigo, neopromosso, viene per fare un campionato di vertice. Il San Gallo ha grandi aspettative, Basilea e Young Boys giocano un torneo tutto sommato a parte, il Sion è in fase di rifondazione, e Constantin non delude mai. Il Lucerna è da rivedere, così come il Grasshopper, che ha fatto una stagione interlocutoria (come due anni fa), e per la salvezza se la giocheranno il Losanna (con Celestini in partenza) e il Thun, sempre in lotta con il bilancio, ma caparbio e con una rosa di base tutto sommato buona. Dove si collocherà il Lugano?
Sempre lo stesso osservatore non può fare a meno di vedere che, nella migliore delle ipotesi (la conquista del terzo posto), i sottocenerini giocheranno, per l’Europa, sei trasferte. Tre partite oltre confine, e tre a Lucerna, sempre di giovedì sera, con il campionato da giocare nel fine settimana: esaltante, ma non proprio una passeggiata. Il rischio di sbandare, in Super League, è da prendere in considerazione. Lo hanno fatto anche altre squadre (Basilea, Sion, Young Boys e Zurigo, per dire): ma giocavano le partite in casa nel loro stadio, e i tigurini erano in Challenge League, campionato dove disponevano degli avversari come volevano, data la netta superiorità dell’organico.
Insomma, questo per dire che, mettendo tutto insieme, per l’osservatore neutrale, un Tramezzani che gioca a fare il Liedholm della situazione, fuggito dal Milan con lo scudetto della stella in tasca, è uno scenario tutto sommato possibile, anche se noi, a differenza dell’osservatore, non ce lo vediamo su altre panchine elvetiche. Però, in un altro campionato, magari con Sadiku (o Alioski: i due hanno lo stesso procuratore) come dote, non sarebbe impossibile.
C’è poi un Pier Tami libero da impegni (un nome che la piazza accetterebbe), e uno sponsor in pectore di oltre Gottardo (ne ha parlato tempo fa Renzetti) che, si diceva (non confermato), gradirebbe uno svizzero alla guida della squadra. I tifosi bianconeri, però, non si preoccupino: è solo un gioco, che si fa a causa dell’ostinato silenzio del tecnico, per riempire le pagine dei giornali, orfane delle sue dichiarazioni. Da fare, magari, alzando gli occhi e vedendo volare qualche gufo, in arrivo dal Sopraceneri, o dall’alto Verbano svizzero.