Coppa svizzera – Sion, Fournier: “Giovedì a Ginevra, non saremo quelli di domenica”
Tredici finali di Coppa giocate, tredici vittorie. Tredici, come le stelle sulla bandiera del Cantone Vallese. Quello del Sion è un record a livello mondiale. A infrangere la striscia d’imbattibilità dei vallesani ci proverà, nientemeno, il Basilea: 20 titoli complessivi di Campione nazionale, dei quali otto consecutivi, nelle ultime stagioni. Stadio esaurito, attesi tra i 15 e i 18.000 tifosi dal Vallese (Sion conta poco più di 30.000 abitanti residenti, per dare l’idea del bacino d’utenza, e dell’entusiasmo per l’avvenimento). Insomma, il giorno più lungo (e più bello, lo diciamo per esperienza diretta) dell’anno per il calcio elvetico. Finale che si gioca il giorno dell’Ascensione (in Svizzera, è ancora festivo): tutto come da tradizione, insomma.
Nella conferenza stampa prepartita, l’allenatore del Sion, Sébastien Fournier, è apparso, ovviamente, carico: “Questa finale non è solo un affare mio, del Presidente o dei giocatori, ma qualcosa che coinvolge l’intero Cantone. Se si vincerà, si vincerà tutti, e viceversa” è stata la sua prima dichiarazione. “Domani vedremo di cercare la tranquillità, proveremo a staccare i telefoni, per essere il più pronti possibile giovedì. Sono vallesano, non è solo un sogno essere qua, è più di quello che immaginavo. La pressione? Cerchiamo di scaricarla, e di aiutare soprattutto quei giocatori che non hanno mai disputato partite a questo livello” ha poi affermato il tecnico.
“Non serve aggiungere nuovi stimoli, in occasioni come queste. Il presidente ci è vicino in questi giorni, ci carica, ci sprona: è una presenza importante. Se ci sarà un giocatore rivelazione in questa finale, tra i nostri? Sarebbe bellissimo, abbiamo tanti giovani in grado di fare bene, e questa è l’occasione che hanno di farsi vedere e ricordare per lungo tempo, dalla nostra gente. Posso comunque garantire una cosa: giovedì saremo molto, molto diversi da quelli che avete visto domenica.”
E il vulcanico “CC”, vale a dire “Le Président”, Christian Constantin? Davanti ai giornalisti, appare serafico e prudente: “Sarà più dura dell’ultima volta (riferendosi alla vittoria per 3-0 al St-Jacob Park nel 2015 – ndr): li vedo più preoccupati rispetto alla finale di due anni fa” ha dichiarato il massimo dirigente dei vallesani. “CC”, con sette coppe vinte, non è mai a corto di idee, quando si tratta di far comprendere l’importanza di questo trofeo alla sua gente. L’immagine, che si è materializzata nella fantasia di tanti, da queste parti, è quella della squadra che si batte con forza e orgoglio, per difendere l’orgoglio dell’intero Cantone.
Dal Ticino, lo scorso anno, nonostante un grande sforzo organizzativo, a Zurigo arrivarono poco più di 8.000 persone: il Sion, replicando la trasferta di Basilea del 2015, ne mobiliterà, come scrivevamo sopra, pressapoco il doppio. Ma, in Vallese, non ci sono le rivalità calcistiche che esistono in Ticino, con almeno 4 squadre di grande tradizione (Lugano, Bellinzona, Chiasso, Locarno): al di là dei buoni propositi di facciata, infatti, lo scorso anno, di gente contenta di veder tornare i bianconeri da oltre Gottardo con le pive nel sacco, ce n’era davvero tanta.
A Lugano si finge indifferenza, ma sui forum dei tifosi tutti si augurano la sconfitta dei biancorossi: significherebbe, mantenenedo il terzo posto, accedere direttamente alla fase a gironi di Europa League. E poi, c’è l’amicizia tra i tifosi del Sion e quelli del Chiasso, che a molti tifosi, residenti in riva al Ceresio, non va proprio giù (tanto per rimanere in tema con quanto scrivevamo sopra). Insomma, una finale tutta da godere, e che vi racconteremo direttamente dallo stadio: appuntamento, quindi, a giovedì.