Comunque vada (ma ormai l’Europa è virtualmente acquisita, anche se manca ancora la certezza matematica), la stagione del Lugano è stata un successo. Ma il campionato del Thun, salvo da mercoledì sera, merita un grandissimo applauso. La squadra bernese, a dicembre, era data per spacciata, soprattutto per le gravi difficoltà economiche, che sembravano insormontabili. Invece, la dirigenza della squadra biancorossa, durante la sosta, ha fatto il miracolo, trovando il denaro per andare avanti, anche con l’aiuto del territorio. Il resto, però, lo hanno fatto i giocatori in campo: salvezza e, addirittura, un sogno europeo: il Lucerna, e il suo quinto posto (il quale, in virtù degli incroci con il destino delle finaliste della Coppa svizzera, vale la qualificazione europea) sono a 3 lunghezze. Impresa non facile, certo, con sole 3 partite da giocare: ma, come ci ha detto Matteo Tosetti mercoledì sera, quando ci siamo congratulati con lui e la squadra per l’impresa fatta, sognare, adesso, è doveroso.
Ma come si è arrivati a questa salvezza, che è soprattutto una bellissima storia di sport? Il segreto ce lo aveva raccontato, in un’intervista esclusiva, proprio lo stesso Tosetti: “A Thun si parla sempre chiaro, le cose le vieni a sapere dalla dirigenza e non dai giornali: quindi, abbiamo sempre il punto della situazione.” Credibilità della dirigenza, quindi. Poi, mettiamoci il pragmatismo e l’etica del lavoro della gente del Berner Oberland. Parlando di loro stessi, infatti, dicono con orgoglio che, se dovessero mangiare chiodi, uscirebbero viti. Insomma, non si molla niente, da queste parti. Il Thun, orgogliosamente, detiene inoltre un primato a livello svizzero: tra il novembre 2016 e il 1 maggio 2017, solo il 2,1% del minutaggio complessivo è stato disputato da giocatori non rossocrociati (fonte: Centre international d’étude du sport – CIES di Neuchâtel: si tratta di una società affiliata all’Università della cittadina svizzera dove ha sede, specializzata, dal 2005, di studi statistici sul calcio).
Di questo fatto, è particolarmente fiero Andreas Gerber, direttore sportivo del club, che era stato sentito, sul tema, dagli addetti stampa della SFL.“Non siamo contro gli stranieri. Tuttavia, a parità in termini di valore, noi preferiamo impiegare giocatori elvetici, o formati in Svizzera; questa è la nostra politica attuale, e intendiamo proseguire così.” Il solo Norman Peyretti (di scuola e nazionalità francese) è straniero; il serbo Dejan Sorgić (15 gol 3 assist), il portoghese Nelson Ferreira e italiano Enrico Schirinzi sono considerati “svizzeri”, per la statistica, in quanto a formazione calcistica elvetica. Ma i protagonisti della salvezza sono stati anche Matteo Tosetti (2 gol e 15 assist finora), Christian Fassnacht (10 gol e 6 assist), la rivelazione Sandro Lauper e Simone Rapp (8 gol e 3 assist).
Insomma: pragmatismo, un occhio attento ai conti, grinta in campo, passione. La ricetta bernese ha dato, ancora una volta, esito positivo. La prossima stagione, il tecnico Lustrinelli, ticinese, che ha dovuto prendere in mano in fretta e furia la squadra, dopo l’addio anticipato di Jeff Saibene, se ne andrà, come previsto da tempo: per lui, che allenava le giovanili biancorosse, prima di approdare alla prima squadra, un prestigioso incarico a livelli di Federazione (la guida della Nazionale rossocrociata Under 16). Al suo posto, verrà promosso l’allenatore in seconda Marc Schneider, un passato da giocatore di discreto livello, anche da queste parti. Una scommessa, una scelta fatta in casa, in pieno rispetto di una filosofia, ancora una volta, rivelatasi vincente. Che dire? Grützi, Thun, und bis zum nächsten Super League!