Lennart Käll, CEO della Svensk Elitfotboll, insiste sul valore del lavoro di prevenzione: “In autunno e in primavera, l’ex giocatore professionista Anders Wikström ha incontrato tutti i club di Allsvenskan e Superettan, nell’ambito di un progetto congiunto tra la SvFF e la Svensk Elitfotboll, dove Anders ha insegnato ai giocatori di individuare i segnali del matchfixning e a chi rivolgersi se vengono avvicinati da persone che chiedono loro di truccare le partite. La visita didattica è stata importante e apprezzata dai giocatori, a dimostrazione che la prevenzione è molto importante per contrastare questo fenomeno.”
Il senso della comunicazione è univoco: quanto avvenuto in settimana è la prova che i tentativi di combinare le partite sono arrivati, in Svezia, anche al massimo livello. Tuttavia, al sistema sono stati iniettati numerosi anticorpi, anche con la collaborazione della società di scommesse legali Svenska Spel. Non esiste certezza che qualche tentativo sia andato, invece, a buon fine, soprattutto nelle serie inferiori: il controllo della situazione al 100% è, purtroppo, impossibile. Però, è indubbio che questa volta, in fase preventiva, tutto abbia funzionato: e, alla fine, si tratta dell’unica cosa positiva di quanto accaduto.
Ciò che si augurano i vertici del movimento calcistico svedese è che, alla lunga, il lavoro di prevenzione possa soffocare questo fenomeno odioso che, purtroppo, ben conosciamo anche alle nostre latitudini. Il calcio deve sopravvivere, integro e credibile, e fare contenti i milioni di appassionati (nella foto, un annuncio della tifoseria prima del derby di Stoccolma) che ogni settimana trepidano per i loro beniamini, qui come altrove.