Ieri sera, la Juve ha vinto il triplete
Con un titolo del genere, sappiamo benissimo che rischiamo di:
- Non avere più un accredito dalla Juventus per i prossimo 36 mesi;
- Passare per gufi iperuranici, nonostante il nostro titolo abbia un perché (spiegato di seguito);
- Contribuire al sovrariscaldamento globale a causa dello sfregare di numerosi gioielli.
A ogni modo, mi sento di affermarlo con una buona dose di convinzione: la Juventus, battendo la Lazio in finale di Coppa Italia, ha messo una seria ipoteca sulla vittoria della Champions League. La motivazione? Semplicissima: serviva uno scossone, alla Vecchia Signora, che consentisse di mettere da parte le tre partite senza vittoria delle ultime tre giornate di campionato, e ricordarsi di quanto fosse davvero forte. Il gruppo di Allegri, palesemente superiore a tutti gli altri, qui in Italia: in un campionato tutt’altro che semplice – nonostante sia di moda oggi criticare la nostra Serie A – imporsi in modo così netto e continuo è dimostrazione di qualità, e forza, e maturità.
La Juventus, ieri sera, possiamo dirlo, suvvia: ha vinto il triplete. No, non consideratela una gufata: siamo tutti italiani, e a prescindere dalle singole (e singolari, ok) convinzioni, speriamo davvero che i bianconeri alzino la Champions League. Il Real Madrid è fortissimo, ci mancherebbe, ma questa Juve sembra avere qualcosina in più. Questa Juventus sembra essere spinta non solo da cuore e polmoni, non solo da gambe e testa, anche da una incoraggiante forza d’inerzia che allarga il proprio raggio d’azione di anno in anno. È la classica frase “vincere aiuta a vincere” che ci viene in soccorso, per capire meglio il significato di queste parole. Il dominio interno dei bianconeri, negli ultimi sei anni, è stato talmente evidente che, pian piano, l’eco dei suoi successi finisce per estendersi oltre i confini nazionali. “Sei anni”, sì: perché la Juventus l’ha praticamente vinto lo Scudetto, nonostante abbia raccolto solo due punti nelle ultime tre partite. Colpa dell’imminente viaggio a Cardiff, quello che occupa, dal triplice fischio della sfida di ieri sera, il 95% dei pensieri nella testa di ogni singolo tesserato bianconero, e di ogni singolo tifoso.
Triplete, dunque: dai, via la scaramanzia, questa Juventus è davvero a un passo dal compiere l’impresa. Con il flop di Doha che, a questo punto, diventa un qualcosa di cui rammaricarsi, perché in caso di vittoria, contro il Milan, a Natale scorso, ora staremmo parlando non di triplete ma di poker. Un vero peccato per i tifosi bianconeri, dato che avrebbero potuto sperare di fare qualcosa che nessun altro è mai riuscito a fare (nel 2010, l’Inter di Mourinho non vinse la SuperCoppa: perse in finale con la Lazio). Eh no, niente poker, dunque: l’Inter potrà essere agguantata, non superata. Peccato, certo, ma se ne faranno una ragione i tifosi juventini. Perché comunque questa stagione può diventare grandiosa: una volta messo anche il sesto Scudetto di fila in cascina (fra pochissimo), i pensieri nella testa dei bianconeri arriveranno a essere al 100% rivolti verso Cardiff, e a quella notte dei primi di giugno in cui la Juventus potrà dire di lottare per salire su un trono d’Europa mai stato così vicino.