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Il Lugano si è già rialzato: l’Europa è ormai cosa fatta

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Prima della partita di ieri sera, a Lugano la tensione era palpabile. Il San Gallo di Giorgio Contini era forse il cliente peggiore in assoluto, tra quelli che si potessero incontrare: individualità, nuovi stimoli e, soprattutto, un tecnico preparato e molto abile in panchina il quale, quest’anno, nelle precedenti tre occasioni (alla guida del Vaduz), con i bianconeri aveva ottenuto due vittorie e un pareggio.

E, infatti, le cose sono andate da copione, con gli svizzero tedeschi a chiudere gli spazi, e i bianconeri in grande difficoltà a creare gioco: neppure un tiro in porta, nella prima parte dell’incontro. Poi, però, i ticinesi hanno calato il jolly: e così Davide Mariani (nella foto), per la quarta volta in stagione (no, non è un caso), ha infilato la sfera nell’angolino alto, sbloccando il risultato, e risolvendo una situazione psicologicamente difficile. 5’ più tardi, l’accoppiata Alioski/Črnigoj ha confezionato il secondo sigillo, con un’azione pregevole, mettendo l’incontro sui binari giusti.

Nella ripresa, si è vista, però, la capacità di Contini di saper leggere le partite. Il tecnico di origine italiana ha infatti inserito Ajeti, il quale ha contribuito non poco alla reazione della sua squadra, che è entrata in campo decisa, alzando il ritmo e pressando i ticinesi, i quali, tra il minuto 66 e 68, sono capitolati due volte. A fronte di questa deciso spunto di forza dei biancoverdi, i bianconeri sono apparsi un po’ sorpresi, mostrando qualche limite tattico e caratteriale. Nell’azione del secondo gol, per dire, Sadiku non ha seguito il suo uomo (che poi ha segnato, con una bellissima conclusione da fuori area), e anche Vécsei non è stato efficace in chiusura: Tramezzani, infatti, è andato su tutte le furie.

Quando, tra il pubblico presente (oltre 4.000 i paganti: un buon risultato, vista la giornata infrasettimanale) iniziava a serpeggiare una certa inquietudine (sottolineata da qualche fischio, francamente ingeneroso), sono stati ancora Alioski e Mariani a togliere le castagne dal fuoco, quest’ultimo con un tocco da vero attaccante di razza, in una serata che ha visto Sadiku (sostituito poi da Carlinhos) un po’ fuori dal contesto.

Certo, ci sarebbe stato da fare qualche domanda a Tramezzani: peccato, però, che il tecnico emiliano si sia sottratto ai taccuini della stampa. La cosa ha lasciato perplessi (si veniva da una vittoria): c’è chi dice che la mancata presenza sia stata dovuta alla grande pressione accumulata in serata, mentre altri sostengono che non siano state gradite alcune battute ironiche della stampa locale, nei giorni scorsi. Poco male, ci sarà tempo per parlare con l’allenatore in altre occasioni.

In conclusione, una vittoria importantissima. A parte i tre punti, che consentiranno di guardare senza patemi la partita del Lucerna, questa sera impegnato alla swissporarena contro il Losanna, era fondamentale vincere per il morale, contro un’avversaria che non ha regalato nulla, e che resta, in questo periodo, una delle compagini più in forma del campionato. A fine partita, Contini ci ha rivelato che la dirigenza ha grandi ambizioni per la prossima stagione: e, del resto, l’ambiente è tra i più fertili della Svizzera in tal senso, secondo solo a Sion come passione (ovviamente lasciando fuori Basilea, che vive una dimensione a sé).

Certo, la squadra ha dimostrato, ancora una volta, qualche difficoltà quando deve impostare il gioco (è un po’ un suo limite); però, i ragazzi di Tramezzani hanno fatto vedere di avere anche altre frecce al loro arco, oltre all’”Osteria da Gianni e Armando”. Davide Mariani, mai fuori dalle righe, umile, lavoratore e con i piedi buoni, è ormai una realtà del calcio elvetico: in una nazionale rossocrociata povera di elementi provenienti dalla Super League, lo vedremmo bene. E chissà che Vlado, che abita da queste parti, e che ogni tanto incontriamo a Cornaredo, non decida di portarselo dietro, in una delle prossime partite di qualificazione mondiale.