Non ci sono solo i playoff per l’accesso alle coppe europee a ravvivare i momenti post stagione regolare dei tifosi greci. Infatti, come spesso accade nel mondo calcistico della penisola, entra in gioco anche la giustizia sportiva. È di oggi la notizia che il procuratore Konstantinos Simintzoglou ha aperto un’inchiesta per verificare la posizione dell’Olympiakos riguardo ad alcune accuse di violenza e di intimidazione provenienti da un gruppo di giocatori del Platanias. Nel caso in cui la società risultasse colpevole delle suddette violenze e minacce, verrebbe applicata una detrazione di sei punti dalla classifica (la vittoria del campionato verrebbe quindi assegnata al PAOK), ma si potrebbe anche arrivare, nel caso più estremo, alla retrocessione in Football League.
Gli episodi al vaglio dei giudici risalgono alla partita giocata il primo aprile 2017 al Karaiskakis, che vede in campo l’Olympiakos e il Platanias. Al fischio di fine primo tempo, i trifogli rossi vincono per 1-0 in virtù del rigore segnato da Manousos ed è proprio durante l’intervallo che alcuni giocatori ospiti affermano di essere stati vittima di minacce da parte di persone legate all’Olympiakos. Questa voce trova eco anche nelle stanze della piccola società cretese, che infatti stila subito una comunicazione ufficiale in cui esprime tutto il malcontento per “il clima intimidatorio” che si respirava negli spogliatoi e per il trattamento riservato a una squadra “che aveva osato chiudere il primo tempo in vantaggio“.
L’Olympiakos, quel primo aprile, vince la partita in rimonta per 2-1 e guadagna tre punti fondamentali per la corsa al titolo. In caso di sconfitta si sarebbe trovato con soli tre punti di vantaggio sul Panionios e cinque sul PAOK. Ed è proprio verso il PAOK che i dirigenti biancorossi puntano il dito: si tratterebbe infatti, secondo questi ultimi, di un piano premeditato della società bianconera per ottenere la vittoria del campionato. In un esposto indirizzato ai giudici e ai procuratori, la dirigenza del Pireo si chiede come mai non ci sia nessun riferimento a quanto raccontato dai calciatori cretesi né sui referti arbitrali, né sui rapporti delle forze dell’ordine presenti allo stadio. Si fa leva inoltre su alcune deposizioni confuse e contraddittorie.
In particolar modo, l’esposto fa il nome di Alexis Apostolopoulos, laterale di destra in forza al Platanias, ma fortemente legato al PAOK, club in cui è cresciuto e con cui è rimasto sotto contratto dal 2010 al 2014. Secondo i dirigenti, Apostolopoulos sarebbe stato indotto dal suo precedente club a una deposizione falsa, che non trova riscontro né con quanto affermato da altri suoi compagni, né con quanto visto dai presenti, polizia compresa. La lettera parla anche di un viaggio a Salonicco intrapreso dal giocatore nei giorni successivi al fatto, confermato anche da alcuni media.
Insomma, l’Olympiakos parla di una montatura: racconti sconnessi e confusionari, nemmeno una riga sui referti ufficiali e troppi punti che non tornano. Dall’altra parte però il procuratore generale ha in mano diverse denunce (si parla di sette giocatori che hanno seguito Apostolopoulos) e ha così deciso di aprire le indagini. Ribadiamo: in ballo non c’è solo l’assegnazione del campionato, ma anche un’eventuale retrocessione. Uno di quegli scenari che possono stravolgere gli equilibri di potere all’interno della Federazione e della Lega. Tanta caciara e bolla di sapone? Probabile. Sicuramente una battaglia tra potenti che terrà banco per lungo tempo.