Da tempo, ormai, a Lugano si parla di un nuovo impianto sportivo, che possa sostituire il vetusto stadio di Cornaredo, costruito negli anni ’50 e riammodernato negli ultimi decenni del secolo scorso. Il progetto potrebbe essere giunto alla fase decisiva (non è facile, neppure in Svizzera, trovare l’equilibrio tra capitali privati, contributi pubblici e volontà politica); tuttavia, ancora per qualche stagione, si giocherà nel vecchio stadio, facendo lo slalom tra le deroghe.
Domani, alle 13.45, molto probabilmente il “vecchio puzzone”, come viene chiamato Cornaredo, con un epiteto tra il sarcastico e l’affettuoso, per la prima volta in stagione, sarà tutto esaurito. Non si tratta di numeri da capogiro (l’impianto ha una capienza massima di poco più di 6.500 persone): tuttavia, vista l’affluenza media in stagione finora (poco più di 3.700 presenze a partita, la più bassa della Super League), è sicuramente un traguardo importante. La squadra bianconera è poi attesa da altri tre impegni casalinghi, da qui alla fine della stagione: in via Trevano, ovviamente, si aspettano di lasciare ad altri l’ultimo scomodo posto di squadra con la media spettatori più bassa del campionato.
Tornando alla partita di domani pomeriggio, in Ticino tutto è pronto per accogliere i campioni svizzeri del Basilea (laureatisi tali per l’ottava volta consecutiva, la ventesima totale, la scorsa settimana). Il Lugano sarà al completo, con il rientro a centrocampo di Sabbatini (che ha scontato il turno di stop). I renani (che schiereranno qualche giocatore di seconda linea, viste le indisponibilità di Suchy e Traoré per squalifica) sono squadra fortissima, in tutti i reparti, con giocatori di grande tecnica individuale, capaci di decidere la partita in ogni momento.
Il loro punto debole è, forse, una costruzione di gioco non sempre rapidissima, che ha creato ai rossoblù numerosi grattacapi, soprattutto in Europa. I pluricampioni svizzeri, sovente, tendono a giocare un po’ alti, in virtù della copertura preventiva della retroguardia, garantita dal centrocampo. Quando ripartono da dietro, una volta in possesso palla, favoriscono l’abbassamento di uno dei centrocampisti, per essere più sicuri nella giocata. Questo rallenta un po’ il loro ritmo; tuttavia, la grande capacità tecnica di giocatori come Delgado e Zuffi, in mezzo, consente loro di creare soluzioni in avanti sempre valide e pericolose.
I bianconeri sono squadra che offre le migliori prestazioni quando si trova di fronte un collettivo che fa gioco e lascia spazi, vista la rapidità nelle ripartenze. Davanti, i sottocenerini hanno una coppia d’attacco (Alioski e Sadiku) affiatata e che “vede” la porta (soprattutto il centravanti albanese il quale, quando conclude, difficilmente lo fa fuori bersaglio). In difesa, il Lugano, nelle ultime partite, si è ben disimpegnato. Certo, bisognerà prestare massima attenzione, soprattutto sui calci piazzati, dove Delgado e Zuffi si distinguono nel saper inventare sempre soluzioni vincenti per i propri attaccanti. L’argentino, inoltre, è uomo che non disdegna, quando può, il calcio diretto a rete: sua fu l’invenzione, all’andata, con la quale portò in vantaggio i propri compagni.
Comunque vada, per il presidente Renzetti sarà un successo. Cornaredo esaurito, e in festa, è un traguardo al quale il Pres teneva moltissimo. Resta molto da fare, soprattutto in chiave squadra per la prossima stagione, visto che saranno in diversi a partire. Però, a vincere è stata, finora, l’idea di base: giovani emergenti e ambiziosi, guidati da un tecnico a sua volta con poca esperienza (Tramezzani è alla sua prima panchina da primo allenatore), ma con tanta voglia di lavorare, e di mettersi in mostra.
Lo scrivevamo a inizio stagione: questo è, soprattutto, il Lugano di Renzetti, figlio delle sue scelte fatte, a volte, contro lo scetticismo dei più). Ormai, ci siamo quasi: il 2 giugno, a Cornaredo, contro il Lucerna, “tireremo la riga”. I prodromi, per un risultato importante, ci sono tutti: di sicuro, l’obbiettivo salvezza, per niente scontato (visti anche i risultati in coda delle ultime settimane), è stato raggiunto. Domani, ne siamo certi, quando vedrà la coreografia, l’entusiasmo dei tifosi, il Pres avrà un piccolo momento di smarrimento: ma fa parte del personaggio, che abbiamo imparato, ormai, a conoscere. Buona partita, Presidente.