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Copyright Archistadia / Antonio Cunazza

Torna questa sera alle 20:45 il derby della Mole. 35 punti separano la Juventus dai rivali cittadini del Torino, ma non si può dire sia una novità: tanto è storicamente, a parte rare parentesi storiche, il divario tra la parte bianconera e quella granata della città, tanto è il gap anche economico tra le due realtà.
Eppure, nonostante il dominio juventino, il Toro qualche sussulto lo ha regalato. Con ottime partite e una faccia tosta non sempre ammirata, nelle stracittadine, nell’era Cairo. A parte la sempreverde eppure irritante, dopo un po’, retorica del vecchio cuore granata che non molla mai, la sensazione è che questo 2016-2017 del Torino necessiti di una scossa; di una grande prestazione nel derby, magari di una vittoria: vuoi mettere, contro i primi in classifica? Contro quelli?

Sì, perché se 35 punti separano i due club e il dato non sorprende sino a un certo punto, ciò che preoccupa è l’apatia di una stagione torinista ormai priva di obiettivi. È un po’ la stessa tendenza che descrivevamo a proposito del Cagliari, una settimana fa su questo stesso spazio: pancia già piena e campionato in ghiaccio, per gli obiettivi di chi voleva una tranquilla salvezza o il sempre difficile da inquadrare posto nella metà sinistra della classifica, spaccato nella classifica in tronconi molto separati l’un l’altro.

Un rapido controllo: prima degli anticipi della trentacinquesima di Serie A, Toro nono a quota 49; 6 i punti di stacco da un’ottava piazza (Fiorentina) comunque incapace di portare in Europa chi la occupa. Irraggiungibile il calcio continentale e pure quello che passa per i preliminari vissuti due stagioni fa, la squadra è al sicuro. Non può scendere più di tanto (la metà destra della classifica dista 6 punti), né risulta diano una coppa per chi arriva nono davanti al decimo: è un lento trascinarsi nella discontinuità dei risultati, una certa fragilità difensiva (55 gol subiti, peggio solo Cagliari e Genoa, oltre ai già spacciati Palermo e Pescara. Il Crotone ne ha preso 1 in meno) e un attacco che piace, diverte e si diverte.

I granata sono a metà strada, né carne né pesce. Sono dove anni fa i tifosi più saggi e prudenti auspicavano si sarebbe trovato (progetto solido, molti italiani, salvezza mai in discussione, osso duro per tutti) eppure si potrebbe volere qualcosa di più: in assenza di Europa League (ma che ricordi con Ventura…) ed eliminati in gennaio dalla Coppa Italia (2-1 dal Milan), possono cercare il sussulto solo nel derby.
Nella sfida più difficile eppure più sentita e affascinante dell’anno. Dall’altra parte la Juventus pigliatutto, proiettata sul triplete: eccola lì l’occasione e magari sono stanchi da Monaco