L’ha vinta lui, Allegri. L’ha stravinta lui la gara d’andata, grazie alle sue idee tattiche: quel Dani Alves spostato davanti, sulla linea dei trequartisti, una vera genialata. Diciamolo: in parecchi ci chiedevamo il perché di Barzagli terzino destro e il brasiliano piazzato più avanti, forse troppo avanti, no? Ecco: la risposta, Allegri, ce l’ha data nel giro di mezzora, con un’azione capolavoro nata da Marchisio, alimentata da Dybala, rifinita da Dani Alves, conclusa dal solito Pipita.
L’ha vinta Allegri, la partita. Tatticamente, davvero: non c’è stata storia. Certo il Monaco le ha avute le sue occasioni, e Mbappé è stato pericoloso in avvio. Però, questa Juventus si è dimostrata tosta, verace, matura, solida; e non solo perché davanti c’è gente che segna, in mezzo c’è chi costruisce, e dietro c’è chi alza la saracinesca; questa Juve è solida e tignosa soprattutto perché i meccanismi sono funzionanti e moderni: il calcio di Allegri, oggi, è l’esaltazione dell’efficienza. Un tipo di calcio che forse, addirittura, qualche anno fa non era ancora compreso del tutto. C’è voluto tempo, c’è voluta costanza per creare sostanza: adesso, la Vecchia Signora funziona, viaggia, e non si cura di incappare in qualche flop qua e là, non importa: l’ultimo con l’Atalanta, ma in stagione ne abbiamo visti altri (Fiorentina, Genoa). Interruzioni di percorso e nulla più, qualcuno di questi addirittura fondamentale per la costituzione dell’attuale identità (è dal ko con la Viola che Allegri ha attuato la rivoluzione tattica che ha reso la Juventus imprendibile).
Cardiff non è mai stata così vicina. Il due a zero nella terra del Principato è una bella ipoteca su Viale dei Giardini: stessimo giocando a Monopoli, avremmo fatto bingo. Invece, qui si parla di un gioco, sì, ma di tutt’altra fattanza: questa Juventus fa gonfiare il petto e fa girare (tanti) soldi, molti dei quali entrano nelle casse bianconere grazie a un incedere in Europa che negli ultimi due anni è stato magnifico. Nel 2015, il Barcellona ha strozzato in gola l’esultanza a Tevez e compagni. Era un’altra Juventus. Oggi, Dybala e Higuaín, grazie al calcio moderno griffato Allegri, possono riuscire nell’impresa di far tornare il calcio italiano sul tetto d’Europa dopo sette lunghi anni.