Torniamo a occuparci, nel nostro ormai consueto appuntamento settimanale, del Girone B della Lega Pro. Il talento che oggi vi presentiamo è il calabrese Ettore Gliozzi, attaccante del Südtirol. Classe 1995, Ettore è attualmente a Bolzano in prestito dal Sassuolo, con cui ha esordito in Serie A il 19 gennaio del 2014 contro il Torino, realizzando così un grande sogno a soli 18 anni.
Ciao, Ettore! Innanzitutto, parlaci un po’ del tuo trasferimento dalla Calabria a Sassuolo. Come hai vissuto quel periodo? Ti sei trovato subito bene con i ragazzi?
Quando mi sono trasferito dalla Calabria ero davvero piccolo, quindi è stato un po’ duro andare via dalla famiglia e dagli affetti. Lì, però, ho trovato un ottimo ambiente, mi sono sentito subito a casa senza alcuna difficoltà e i miei hanno fatto di tutto per venire spesso a trovarmi.
Un momento importante della tua formazione calcistica è stato di certo l’esordio tra i professionisti in Serie A. Cosa ricordi maggiormente di quella esperienza?
Ho vissuto un’esperienza bellissima, sono ricordi che non dimentichi facilmente. Inoltre, ho esordito in un’annata in cui c’erano giocatori importanti come Zaza e Berardi, quindi non era facile farsi notare. Quando il mister mi ha chiamato e mi ha detto di entrare in campo, mi tremavano un po’ le gambe e non riuscivo ancora a realizzare quello che mi stava accadendo; poi, però, l’agitazione in campo è passata e ho giocato tranquillamente.
Nasci attaccante o ti sei trovato catapultato in questo ruolo, per poi farlo tuo?
No no, nasco come attaccante, però oltre alla punta centrale posso fare anche l’ala sinistra; ho giocato, infatti, spesso anche in questo ruolo.
In 35 giornate di campionato, hai realizzato 12 gol; quale ritieni sia stata la tua rete più bella quest’anno?
Sicuramente quella segnata contro il Feralpisalò in rovesciata nel girone di andata.
Quale pensi sia la squadra più forte affrontata durante questa stagione e quale il giocatore avversario che ti ha colpito maggiormente per le sue caratteristiche?
Questo è stato un campionato abbastanza duro e difficile, con squadre che potrebbero tranquillamente giocare in Serie B grazie al loro organico. Tra tutte, però, mi ha stupito maggiormente il Venezia; ha giocatori davvero di categoria superiore ed è normale che da loro ci si aspetti tanto. Come avversario, invece, mi ha colpito prevalentemente (anche se già conoscevo le sue qualità) Calaiò, l’attaccante del Parma.
Tra tutti i compagni di squadra, con chi hai legato maggiormente?
Di sicuro ho legato principalmente con Di Nunzio, Obodo e Tulli, con i quali scherzo spesso e mi faccio parecchie risate. Siamo, però, davvero un bel gruppo e mi trovo bene con tutta la squadra; Di Nunzio è un giocatore di esperienza che mi aiuta molto in campo, è un leader.
Quale credi sia il tuo punto di forza e quale l’aspetto su cui devi ancora lavorare?
Il mio punto di forza sicuramente è il fisico e la velocità, però non si finisce mai di migliorare e di imparare; posso fare ancora molto di più, anche tecnicamente.
Da bambino chi era il tuo modello nel mondo del calcio?
Quando ero piccolo, essendo sempre stato interista, ammiravo particolarmente Ronaldo, era un attaccante che mi faceva davvero impazzire. Oggi mi ispiro a molti, ma principalmente a Lewandowski e a Suárez.
Cosa avresti fatto, invece, se non avessi intrapreso questa strada?
Bella domanda! Io mi sono diplomato come perito elettronico, quindi probabilmente avrei provato a fare qualcosa in quel settore.
Dal punto di vista calcistico, cosa ti aspetti dal domani?
Non lo so, in questi due anni penso di aver dimostrato qualcosa, ma è ancora tutto da vedere. Per ora bisogna pensare a finire al meglio questa stagione, poi per il resto si vedrà questa estate; il mio obiettivo è di certo quello di salire di categoria. Io sono ancora di proprietà del Sassuolo, quindi, sarà necessario valutare cosa, secondo la società, sarà meglio per me.