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A volte ritornano: Venezia, come la fenice, è risorta dalle proprie ceneri

La stagione 2016/2017 di Lega Pro ha visto trionfare nel Girone B il Venezia, che si riaffaccia in Serie B dopo 12 anni caratterizzati da delusioni e fallimenti. In attesa dei verdetti che sanciranno le altre tre squadre che torneranno nella serie cadetta, diamo avvio alla rubrica dedicata alle neo promosse partendo dalla storia calcistica del Venezia.

A volte ritornano… dopo anni di tentativi di riportarsi nel calcio che conta, dopo fallimenti finanziari, dopo delusioni calcistiche e parentesi di gloria. Ma alla fine ritornano. Come nel caso del Venezia, che mancava in Serie B dal 2004/2005. Dopo una scalata dalla C2 sfiorata e sfumata in semifinale playoff contro il Pisa, i lagunari si vedono per due volte (2009 prima e 2015 poi) costretti a ripartire dalle retrovie del calcio italiano, dai dilettanti, a un passo dal semiprofessionismo. Poi, in sole due stagioni, il Venezia Football Club (nuova denominazione sociale) riesce nell’impresa di lasciarsi alle spalle le ombre della Serie D e riportarsi in Serie B dominando la seconda parte di campionato del Girone B di Lega Pro.

La prima formazione di Lega Pro a conquistare l’agognata promozione è stata il Venezia, allenata da Filippo Inzaghi e presieduta dallo stesso Joe Tacopina che nel 2015 aveva portato il Bologna in Serie A. I Leoni Alati hanno guadagnato l’accesso alla serie cadetta con tre giornate di anticipo pareggiando per 1-1 contro il Fano lo scorso 12 aprile .

Nel passato della squadra lagunare c’è anche la massima serie: sono 12 le partecipazioni totali alla moderna Serie A, cui si aggiungono 8 presenze in Prima Categoria. Gli anni di maggior splendore della formazione veneta coincidono con il momento più buio della storia contemporanea: la II Guerra Mondiale. A dare lustro alla squadra della “Serenissima” ci pensa Valentino Mazzola, allora militante nella Marina, che nella stagione 1939/1940 esordisce in Serie A sostituendo il cannoniere Francesco Pernigo (ancora oggi massimo realizzatore del Venezia con 70 reti). Il Venezia termina la stagione al decimo posto, ma il gioco dei veneti fu apprezzato a livello nazionale. La stagione successiva (1940/1941) arriva in neroverde anche Ezio Loik, che con Mazzola formerà una coppia diventata più celebre con il Grande Torino. Loik, Mazzola e Pernigo trascinano il Venezia a una storica finale di Coppa Italia contro la Roma: nella capitale, la partita di andata termina con un rocambolesco 3-3, con i neroverdi capaci di rimontare nella ripresa il parziale 3-0, mentre il ritorno in laguna vede il trionfo dei veneti che conquistano il loro primo titolo grazie alla rete firmata da Loik servito da Mazzola.

Nella stagione 1941/1942 il Venezia termina il campionato al terzo posto, ancora oggi miglior piazzamento in Serie A dei lagunari. Roma, Torino e Venezia si giocano lo scudetto dopo un girone di andata conclusosi con i capitolini in testa, a +1 sui piemontesi e a +3 sui veneti. Nel girone di ritorno il Venezia si riavvicina alla testa complici anche le sconfitte della Roma che si vede scavalcare dai granata e dai veneti. Per il Venezia sarà fatale la sconfitta rimediata contro la Roma tra le mura amiche del Penzo dopo aver fallito un rigore con Alberti. A niente vale la successiva vittoria casalinga per 3-1 sul Torino, se non a permettere ai giallorossi di conquistare il primo campionato della loro storia. La stagione 1942/1943 si apre con la cessione di due pedine importanti, Mazzola e Loik, al Torino. Nonostante un campionato in ombra, i lagunari giungono in finale di Coppa Italia che perdono proprio contro i granata degli ex con un roboante 4-0 in cui ci mette la firma anche Mazzola.

Alla ripresa del campionato, dopo l’interruzione per motivi bellici, il Venezia non riesce a ripetere le ottime stagioni degli anni precedenti e retrocede in Serie B nel 1947 ritornando in Serie A dopo soli due anni di cadetteria. La permanenza nella massima serie dura una sola stagione (1949/1950) e i lagunari riabbracciano il grande calcio dopo 10 anni trascorsi tra Serie C e Serie B vincendo il campionato cadetto nel 1960/1961. I neroverdi si ripetono nel 1965/1966, ma nei due anni successivi retrocedono in Serie B e poi in Serie C dove permangono fino al 1976/1977 quando concludono il proprio girone all’ultimo posto retrocedendo tra i dilettanti.

Negli Anni ‘80, dopo un primo fallimento, la società cambia nome e successivamente incorpora l’Associazione Calcio Mestre dalla quale mutua il colore arancione, con la nuova denominazione cambia anche la sede delle partite interne che diventa lo stadio “Francesco Baracca” di Mestre.
Con l’avvio degli Anni ’90, il Venezia conquista la cadetteria vincendo lo spareggio con il Como e nel 1991/1992 ritorna a giocare al “Pier Luigi Penzo” che viene ampliato. Dopo diversi anni di stabilità in Serie B, la formazione veneta ritorna in Serie A nel 1998 a distanza di 31 anni dall’ultima apparizione. Al termine del campionato, il Venezia si posiziona all’undicesimo posto grazie soprattutto alla coppia Maniero-Recoba provenienti dalle due sponde opposte di Milano. La stagione successiva non fu altrettanto positiva e si conclude con la retrocessione in Serie B, categoria in cui il Venezia rimase solo un anno grazie al quarto posto che consente alla formazione guidata da Prandelli di ritornare nella massima serie. La stagione 2001/2002 però si rivela disastrosa e il Venezia conclude il campionato all’ultimo posto retrocedendo in Serie B e facendo la sua ultima apparizione in Serie A.

Nel 2004/2005 il Venezia conclude il campionato di Serie B in ventunesima posizione retrocedendo, a questo si aggiunge il fallimento finanziario che costringe i lagunari a ripartire dalla Serie C2 con la denominazione di Società Sportiva Calcio Venezia S.p.a. Gli arancioneroverdi conquistano subito la C1 e l’anno successivo, nel 2006/2007, sfiorano la promozione in Serie B perdendo la semifinale playoff contro il Pisa. Dopo diversi anni in Serie C1, nel 2009 il Venezia è costretto ad affrontare un ulteriore fallimento a causa dell’impossibilità finanziaria di iscriversi al campionato. Grazie all’allora sindaco Massimo Cacciari, la squadra viene salvata attraverso la fondazione del Foot Ball Club Unione Venezia riconosciuta erede della vecchia società. La nuova squadra è costretta però a ripartire dalla Serie D, categoria nella quale rimane solo due anni, prima delle consecutive promozioni in Lega Pro Seconda Divisione (2011/2012) e in Lega Pro Prima Divisione (2012/2013).

Nel 2015, l’Unione Venezia non riesce nuovamente a iscriversi al campionato ed è costretto a ripartire ancora una volta, nel giro di pochi anni, dalla Serie D con la denominazione di Venezia Football Club Società Sportiva Dilettantistica. La nuova società vede come presidente Joe Tacopina che in soli due anni riporta il Venezia in Serie B costruendo una squadra affidata alla guida di Filippo Inzaghi. Il Venezia eguaglia così il Mantova nell’impresa di passare dalla Serie D alla Serie B nel giro di due stagioni, i lombardi ci erano infatti riusciti tra il 1956 e il 1958. La squadra della “Serenissima” ritorna nella serie cadetta dopo 12 anni, al termine di un campionato conquistato soprattutto nel girone di ritorno che ha visto i lagunari in testa per tutta la seconda parte del campionato.