La firma di Ronaldo
Nella sera in cui le polemiche arbitrali hanno vinto rispetto al calcio giocato, Cristiano Ronaldo ha messo la propria firma in maniera perentoria realizzando una tripletta (dopo i due gol segnati all’Allianz Arena appena una settimana fa) e trascinando il Real Madrid alle semifinali di Champions League, un risultato tutt’altro che scontato vista la direzione che aveva preso, a un certo punto, la partita. La formazione di Zidane ha avuto il merito di riuscire a contenere le sfuriate bavaresi nel primo tempo, salvo rischiare di rovinare tutto nella ripresa quando, in pochi minuti, il Bayern ha avuto l’occasione di segnare il raddoppio almeno in paio di situazioni.
In una partita così equilibrata, però, gli episodi hanno fatto la differenza. Spesso scriviamo di andare oltre l’errore arbitrale, di tenerlo in considerazione al pari dell’errore di un calciatore, ma in questa occasione sono talmente tanti che sarebbe disonesto non dire che hanno cambiato l’esito dell’incontro. Fermo restando che la squadra di Madrid ha inevitabilmente tratto vantaggio da questi “infortuni” dell’arbitro – e dei suoi assistenti – non voglio elencare, come altri colleghi, soltanto gli episodi che hanno portato un oggettivo vantaggio agli spagnoli. Partiamo dal presupposto che l’espulsione di Vidal, innanzitutto, è stata esagerata: quel tipo di contatto, in partite così importanti, deve essere concesso specie perché lo stesso cileno, qualche minuto dopo l’inizio della ripresa, aveva commesso un intervento ben più grave senza ricevere la seconda ammonizione. Una disparità di trattamento che è diventata ancora più importante quando Casemiro, già ammonito, ha steso Robben con un intervento senza senso che avrebbe dovuto indurre Kassai nell’estrasse il secondo giallo. Così come lo stesso Casemiro, nei tempi supplementari, è stato atterrato in area da Boateng senza che venisse concessa ai madrileni la massima punizione.
Certo, i due gol segnati da Cristiano Ronaldo nei supplementari sono palesemente viziati da posizione irregolare, così come l’autogol di Ramos andava probabilmente annullato perché Müller, l’attaccante che costringe il numero 4 dei blancos a intervenire goffamente verso la propria porta, è in posizione irregolare dopo la sponda di Lewandowski. Tuttavia mentre in questo caso stiamo parlando davvero di millimetri in situazioni molto dinamiche, nel caso del gol del 2-2 di CR7 è impossibile non evidenziare come fosse abbastanza facile intuire che Ronaldo fosse palesemente oltre la linea dei difensori, restandoci tra l’altro per tutti i secondi precedenti al cross di Ramos. Un errore, quest’ultimo, che ha tolto le ultime energie rimanenti al Bayern che, dopo l’espulsione di Vidal, era palesemente andato in confusione mentale – e fisica – subendo i continui attacchi da parte della formazione casalinga.
Dal punto di vista tattico, credo che Ancelotti abbia tirato fuori tutto il possibile da una formazione colma di giocatori non al meglio della condizione (e lo abbiamo visto nei supplementari, quando la spia della riserva si è accesa prima rispetto agli avversari) mentre Zidane, decidendo di giocarla completamente di rimessa, si è esposto in maniera troppo azzardata alle scorribande degli atleti in maglia rossa. Un campanello d’allarme che, indipendentemente dal sorteggio, dovrà suonare forte e chiaro nella testa dello staff tecnico madrileno in semifinale, quando non è detto che tutti gli episodi andranno a favore degli spagnoli.