Primo Piano

Gabi, Menino da Vila, a caccia di minuti per dimostrare il suo talento

Un ragazzo cresciuto tanto, in patria, ma non in grado di confermare le proprie doti in Italia. Gabigol, quale mistero? Per lui, ottantuno minuti spalmati in sette partite con l’Inter, e seppur sembrino pochi, ha piazzato anche un gol, decisivo, a Bologna. Numeri alla mano, per Gabriel Barbosa, possiamo tranquillamnte dire che c’è bisogno addirittura meno di una partita per buttarla dentro. Ma il mistero rimane: perché a Milano non sta riuscendo a imporsi?

Sia chiaro: non puntiamo assolutamente il dito contro nessuno. Pioli, evidentemente, avrà le sue ragioni. È ovvio, però, che la domanda nasce spontanea: come mai Gabigol non riesce ad avere neanche neanche scampoli di minuti, nei finali di partita? Nel derby con il Milan, il primo dell’era cinese, il tecnico nerazzurro – nel finale – gli ha addirittura preferito uno come Biabiany, che nelle gerarchie nerazzurre, al momento dell’arrivo del brasiliano in Europa, risultava essere decisamente dietro a un ragazzo – ricordiamolo – che per prenderlo l’Inter ha dovuto sborsare trenta milioni di euro.

Invece, Gabigol non entra, e non gioca. Il suo nervosismo, evidente: dal calcio alla bottiglietta a un silenzio eloquente, lui vorrebbe dimostrare sul campo ciò che ha imparato a Sao Paulo, in una città, Santos, che lo ha reso celebre nel mondo. No, non può essere davvero un flop, Gabi: siamo certi che non lo sia, perché la scuola santista è una delle migliori, e ha una tradizione lunga, che ha tirato su giocatori come Pelé e Neymar. Un modo di insegnare il calcio, quello del Peixe, che fidatevi di uno che lo conosce: è perfetto. E Gabriel Barbosa è cresciuto così: seguendo alla perfezione gli insegnamenti dei suoi maestri, in Brasile.

Poi, che il calcio italiano sia difficile, nessuno lo mette in dubbio, e nessuno qui neanche afferma che meriterebbe così, all’improvviso, un posto da titolare: la maglia va conquistata, ci mancherebbe, e va fatto con calma. Ma Gabi – che ricordiamolo: ha segnato più di mille gol con il settore giovanile del Santos, ha collezionato ben 57 gol in patria tra Paulista, Coppa do Brasil e Brasileirão in 157 partite, e fatto vedere grandissime cose anche con la maglia del Brasile, soprattutto alle scorse Olimpiadi (in cui ha vinto la medaglia d’oro e ha segnato due gol contro la Danimarca) – merita decisamente spazio. Perché, altrimenti, si rischia di bruciarlo. E mandarlo via sarebbe rischioso, guardate com’è finita con Coutinho…

Menino da Vila, Santista y cruel, gli cantavano i suoi vecchi tifosi del Santos, nel meraviglioso impianto di Vila Belmiro. Un peccato, davvero, che Gabi, crudele, nei confronti degli avversari, non possa dimostrare di esserlo anche in nerazzurro.