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Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

Strana la vita del romanista nel 2017.
6 punti dalla vetta ma 4 di vantaggio sul terzo posto. In pole position per evitare quel viscido preliminare, un vero girone infernale negli ultimi anni per le italiane (tanto che ci hanno fatto il favore di regalarci 4 accessi diretti, per gli anni a venire); ma neanche così lontano dal primo posto. Dall’idea di scudetto, che sarebbe pure il primo dal 2001: 6 punti sono 2 vittorie di ritardo, con lo scontro diretto da giocare in casa e soprattutto la Juventus concentrata sulla Champions.

Eppure, nessuno si scalda. Sarà che i tifosi sono preoccupati da questioni ben più urgenti (?) come lo stemma, le barriere, le polemiche con la proprietà, le autorità e le istituzioni. Sarà che la Roma sinora è stata una grande squadra solo ‘sulla carta’ (vedi i ‘cappotti’ subiti nelle coppe, vedi il preliminare perso, vedi l’Europa League). Saranno queste e altre ragioni ma un dato di fatto resta: in pochi sembrano credere alla rimonta.

Non si sa se per pessimismo, troppo rispetto (paura?) per una Juventus pigliatutto da 5 anni, o semplicemente per sfiducia. Non sono così lontani, sono proprio vicini: lo stesso Napoli di Sarri, esaltato da tanti a livello di gioco (non che la Roma giochi male…), sembra sempre crederci un po’ di più. Vuoi per una rivalità esageratamente esasperata nei confronti di una Juve che giustamente pensa a sé stessa e a dimostrare sul campo la sua superiorità (in genere riuscendoci), vuoi per la coda dei veleni dell’affare Higuaín: il Napoli ha quella voglia nervosa che oggi servirebbe alla Roma. Che è la più vicina al sogno (per lo spettatore neutrale) di una lotta scudetto aperta davvero sino all’ultimo, che dovrebbe pensare più a questo che al futuro di Totti e Spalletti.

Ma anche questo, forse, fa parte della difficoltà di fare calcio nella capitale. Passi dal tutto al nulla nel giro di un mese, ti auto-eleggi squadra col migliore gioco d’Europa e il mese dopo via col complesso d’inferiorità.
Servirebbe una via di mezzo ma la sensazione è che dal 753 a.C. da certe parti non ne siano capaci: procedano pure a fari spenti.
Ma ci credano: la Juve è vicina