Domenica scorsa, durante Cagliari-Torino, si è verificata la prima rete di un calciatore nordcoreano in Italia: Han Kwang-Song aveva esordito in Serie A la settimana precedente, stabilendo un primato per i suoi compatrioti e diventando l’apripista asiatico nel club isolano. Non è elevatissimo il numero di calciatori del continente orientale nella storia del massimo campionato italiano. La puntata di oggi vi rispolvererà la memoria. Nota: sono stati presi in considerazione gli stati facenti parte dell’Asia dal punto di vista geografico e non secondo alcune convenzioni attuali (Georgia, Israele, Kazakistan, Russia e Turchia rappresentano territori del continente asiatico, ma dal punto di vista calcistico svolgono la propria attività all’interno dell’Uefa).
MAMMA, LI TURCHI! – I primi calciatori di origine asiatica in Serie A sono stati turchi: il primo in assoluto fu Sükrü Gülesin, centravanti che non sfigurò per un triennio tra Palermo e Lazio dal 1950 al 1953. L’anno dopo il suo arrivo si unirono i connazionali Lefter Küçükandonyadis, Bülent Esen e Bülent Eken. Un decennio più tardi ecco il bomber Oktay Metin e il centrocampista Can Bartu, gli ultimi esponenti del calcio asiatico in massima serie per le successive tre decadi. La Turchia è il Paese che ha esportato il maggior numero di atleti in tal senso, 11, l’ultimo dei quali è stato la meteora della Roma Salih Uçan.
GIAPPONE CHE PASSIONE – Nel 1994 una insolita quanto oculata operazione sportiva (e soprattutto di marketing) portò al Genoa il cannoniere della Nazionale giapponese Kazuyoshi Miura, detto Kazu: un solo gol per lui, ma mitico perché realizzato nel derby della Lanterna. Dopo la parentesi a Brescia dell’israeliano Tal Banin (1997-98) prese forma l’acquisto più azzeccato, quello di Hidetoshi Nakata. Il centrocampista aveva catturato l’occhio durante il Mondiale ’98 non solo per quello che faceva con il pallone, ma anche per i capelli tinti di rosso e la sua attenzione alla moda. Nakata può essere considerato tecnicamente il miglior calciatore asiatico mai giunto nello Stivale, campione d’Italia con la Roma nel 2001. La pattuglia nipponica (10 elementi in tutto) si è arricchita negli anni Duemila con i vari Nanami, Nakamura, Yanagisawa, Ogasawara, Morimoto, Oguro, Nagatomo e Honda.
DALLA FREDDA RUSSIA – Rientrano in questo gruppo anche i 9 russi giunti in Serie A dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. I migliori si sono rivelati il centrocampista di Foggia, Inter, Udinese e Bologna Igor Shalimov e la punta Igor Kolyvanov, anche lui Foggia e poi Bologna. Qualche traccia lasciata dall’attaccante Igor Simutenkov (Reggiana e Bologna), decisamente trascurabili le esperienze di Alenichev, Budyanskiy, Dobrovolski, Kanchelskis, Nigmatullin e Tetradze.
DAL 2000 A OGGI – All’inizio del nuovo millennio, è arrivato il giocatore del continente orientale che si è trattenuto per più tempo in Italia: si tratta del georgiano Kakha Kaladze, pluridecorato nel Milan e con all’attivo una parentesi al Genoa. Nello stesso anno ecco l’unico calciatore proveniente dalla Corea del Sud, Ahn Jung-Hwan. Sì, proprio lui…il giustiziere della Nazionale nell’infame sconfitta al Mondiale 2002 che, rientrato al Perugia, fu “fatto fuori” da Luciano Gaucci. Il quale portò in Umbria anche gli iraniani Rahman Rezaei (discreto difensore poi anche a Messina e Livorno) e Ali Samereh. Da ricordare l’unico uzbeko Ilyas Zeytulaev (ex Primavera della Juventus e poi alla Reggina), il kazako ex Milan Alexander Merkel e l’attuale stella della Nazionale israeliana Eran Zahavi, a Palermo dal 2011 al 2013.
2017 – I “nipponici milanesi” Nagatomo e Honda, il georgiano dell’Empoli Levan Mchedlidze e il difensore iracheno dell’Udinese Ali Adnan sono i calciatori asiatici protagonisti della stagione in corso. A cui si aggiunge l’ultimo arrivato: stiamo parlando del primo nordcoreano, il rossoblu Han Kwang-Song. Attaccante diciottenne, dopo la rete realizzata al Torino domenica scorsa ha firmato oggi il suo primo contratto da professionista, che lo legherà al Cagliari fino al 2022.