Editoriali

Una “Joya” per gli occhi

Non è stata una stagione esaltante per Paulo Dybala, almeno sino a ieri sera. Non credo sia un segreto, ma da uno con un talento del genere ti aspetti sempre che possa risolverti da solo le partite, un’attitudine che in bianconero, quest’anno, ha avuto molto più spesso Gonzalo Higuain rispetto all’ex Palermo. Con tutte le attenuanti del caso eh, perché inevitabilmente gli infortuni non hanno permesso a Dybala di crescere ulteriormente in uno dei pochi aspetti in cui ancora latita: la costanza di rendimento.

La posizione che Allegri gli ordina di tenere in campo, probabilmente, non è nemmeno nelle corde di Dybala che, però, ha questa immensa capacità di andare a giocare tra le linee e risultare come un coltello che affonda nel burro delle difese avversarie. Il secondo gol di ieri sera, da questo punto di vista, è da manuale del calcio per la capacità di anticipare il passaggio nella propria testa, andare a occupare la posizione giusta quel paio di secondi prima degli altri, frazione di tempo decisiva per permettergli di sorprendere Ter Stegen con una rasoiata a fil di palo. Nel primo, invece, ha dimostrato come in Europa ci siano pochi giocatori che calciano come lui, perché non è certamente la prima prodezza che gli vediamo fare da quando abbiamo l’opportunità e il privilegio di vederlo calcare i campi della Serie A.

Se la Juventus può dire di aver praticamente giocato la partita perfetta, il Barcellona è decisamente crollato sotto ogni punto di vista, ed è la seconda volta che accade in trasferta nella massima competizione europea, dopo il tonfo con il PSG. Una difesa imbarazzante, con marcature senza senso e reparti completamente lasciati al proprio destino, vedi l’enorme voragine che ha permesso a Dybala di trovare la posizione, aspettare il passaggio e tirare indisturbato verso la porta blaugrana. Luis Enrique è palesemente in crisi tattica e questa volta, al ritorno, sono abbastanza sicuro che non finirà così, perché il Barcellona davanti spaventa chiunque ma segnare più di tre gol alla difesa della Juventus, onestamente, non è uno scenario dei più facili.

Ripetere l’impresa dell’Inter di Mourinho darebbe un’iniezione di fiducia impressionante per la Juventus, ma Allegri probabilmente giocherà una partita diversa rispetto al portoghese: un gol, di fatto, qualificherebbe la Juventus senza se e senza ma, e i bianconeri hanno più di un’arma per far male agli spagnoli. Che sia in contropiede, con un cross per le proprie torri o sugli sviluppi di un calcio d’angolo fa poca differenza: vincere per continuare a sognare e vendicare la sconfitta di Berlino datata 2015.

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Alessandro Lelli