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Lugano, ora la sfida si chiama continuità

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Gli svizzeri, lo sappiamo, sono precisi. E nulla è più preciso dei numeri. È vero: i numeri non dicono tutto, sono senza sentimenti; a volte, vengono interpretati, letti con abilità dai ciarlatani che provano, in questo modo, ad addomesticarli. Ma loro sono indomabili; e, presto a tardi, la loro verità viene a galla, facendo invece affogare i loro domatori. E, proprio per quello, i numeri sono amati da queste parti. Noi, pur essendo concreti, in matematica, a scuola, andavamo malissimo. Però, i numeri che leggeremo questa mattina, per commentare il momento del Lugano, sono pochi, e quindi anche alla nostra portata di (ahimé, ex) studenti distratti.

40: i punti che Andrea Manzo, in autunno (con un certo pessimismo), aveva fissato come quota salvezza. 34: i punti conquistati, finora, dalla squadra bianconera: 1 solo in meno di quelli fatti, lo scorso anno, a fine campionato, sotto la guida di Zeman, e che garantirono la salvezza ai sottocenerini. 12: i punti di vantaggio sul Vaduz, ultimo in classifica, che dovrà venire a giocare lo scontro diretto in Ticino. 9: le giornate che mancano alla fine del torneo. 6: i punti di distacco dal Lucerna, quarto (Lucerna che, all’ultima giornata, scenderà in campo a Cornaredo). 5 (o meglio: quinta): la posizione in classifica, stamattina, dei ticinesi; un posto che, a oggi (a meno di un crollo del Sion e di un suo arrivo oltre il quarto posto in graduatoria) garantirebbe l’accesso ai preliminari di Europa League, visto che i vallesani giocheranno la finale di Coppa svizzera contro il Basilea, sicuro qualificato alla Champions League. 8: i punti di vantaggio del Sion nei confronti del Lugano, quinto in graduatoria.

Questi, i numeri. Freddi e anonimi, magari: ma carichi di emozioni e speranza, se li leggi separatamente, o in ordine diverso. O anche leggendoli come li abbiamo scritti, perché no. Con la partita di ieri, visti anche i risultati degli altri campi, i sottocenerini hanno, probabilmente, guadagnato la salvezza. Certo, la matematica dice di no: ma i numeri dicono, oltre a quello che abbiamo scritto sopra, che tra i bianconeri e il Vaduz, 7 punti più sotto, ci sono altre squadre. Il calcio è pazzo; e le 9 giornate della seconda parte del girone d’andata del Lugano sono lì a ricordarcelo. Però, la squadra di oggi è quella di quest’autunno non sono uguali: non fosse altro perché adesso, in riva al Ceresio, c’è un certo Sadiku, che ha messo a segno già 6 gol e un assist in 8 partite giocate. Anche questi sono numeri: freddi, anonimi magari. Ma si sono tradotti in punti in classifica: numeri concreti.

Poi ci sono 3 numeri di seguito: 3-5-2, come lo schema che sta caratterizzando l’ultimo mese della squadra guidata da Tramezzani. L’allenatore emiliano non ha inventato il gioco del calcio; e, a volte, quando parla con i giornalisti, fa anche finta di credere a quest’affermazione. Però, ha ragione quando dice che una squadra di calcio si costruisce, per prima cosa, dalla fase difensiva, insegnandole a non prendere gol (o, perlomeno, a prenderne meno degli avversari). Il tecnico parla sempre della partita casalinga contro lo Young Boys (finita 0-2 per i bernesi) come pietra miliare di questa nuova fase della stagione. Noi, invece, che capiamo meno di calcio, ma siamo più pragmatici, pensiamo che la svolta sia stata quando l’allenatore ha aggiunto il correttivo fondamentale allo schema difensivo, vale a dire l’inserimento del fosforo: Sabbatini, Piccinocchi (ieri un po’ in ombra) e Mariani insieme, a dettare non solo le geometrie difensive, ma quelle delle ripartenze.

Il Lugano, che può contare su un esterno d’attacco veloce e agile come Alioski (nella foto), negli spazi lasciati da squadre come Lucerna e Sion, è andato a nozze: 6 gol in 2 partite (3 del macedone, che se imparerà anche a dialogare con maggiore profitto con i compagni, diventerà davvero un giocatore interessante anche per campionati di livello più elevato). Questo, il presente. Il futuro è lì da cogliere, ma ora servirà un altro passo in avanti: la continuità. Su una cosa Renzetti e Tramezzani, nel dopo partita, concordavano: che lunedì di Pasquetta, con il Thun, sarà durissima. I bernesi sono squadra tosta, ordinata, che attende gli avversari. È vero, vengono da 2 sconfitte consecutive: ma giocano bene, corrono e lottano. E hanno, tra le loro file, tanti uomini che verranno a Cornaredo con motivazioni speciali: i ticinesi Rapp e Tosetti, il tecnico Lustrinelli, l’indimenticato Lustrigol, cuore granata. Insomma, sarà una grande sfida, alla quale seguirà la trasferta a Berna, nella Tana degli Orsi, peraltro violata, in estate, con una partita cuore e contropiede. Al 90′ più recupero, allo Stade de Suisse, avremo, forse, le idee più chiare. E, anche allora, leggeremo i numeri: amati dagli svizzeri perché, anche se non hanno sentimenti, non tradiscono. Mai.