Come neve al sole
Alla fine è bastato qualche scricchiolio per far crollare le fondamenta (e con essa anche tutta la casa). Il pareggio con il Torino ha messo in evidenza alcuni problemi dell’Inter di Stefano Pioli, il cui lavoro resta comunque positivo considerando dov’era l’Inter quando la dirigenza ha deciso di affidargli la gestione tecnica. Ha rivalutato alcuni giocatori che erano ai limiti dell’impresentabile con Frank de Boer, vedi Kondogbia e Brozović, anche se dirlo dopo la doppietta di errori che quest’ultimo ha commesso ieri sera, in effetti, sembra quasi una provocazione. Tuttavia sino adesso l’Inter targata Pioli aveva praticamente fatto percorso netto contro le medio-piccole, salvo uscire sempre sconfitta contro le grandi. La volontà era quella di invertire quest’ultimo trend, ma in realtà adesso i nerazzurri stanno iniziando a faticare anche contro squadre a metà classifica.
Detto questo, però, l’Inter ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra debole mentalmente. Dopo un primo tempo giocato in maniera più che discreta, nella ripresa i nerazzurri sono spariti concedendo prima la rete del pareggio su una situazione piuttosto banale (corner battuto corto) e poi un rigore sugli sviluppi di una punizione in cui Brozović ha provato a sostituirsi ad Handanovič. Non proprio il massimo, considerando le numerose voci che vorrebbero il croato come sacrificabile nella prossima sessione di mercato, specie perché il rendimento è tutt’altro che costante e l’Inter, in quel ruolo, ha abbondanza di giocatori e ne punta altri per rinforzarsi.
La corsa al terzo posto, qualora fosse mai iniziata, si è quindi definitivamente conclusa. L’Inter è la squadra che ha perso più partite (9 su 30) tra le prime otto della classe, ha il Milan (il cui organico, almeno sulla carta, è inferiore a quello dei nerazzurri) a un solo punto e rischia seriamente di essere estromessa anche dall’Europa League, l’obiettivo minimo della stagione. E le note dolenti non finiscono qui: dopo un inizio scoppiettante, infatti, João Mário sembra essere diventato una seconda scelta per Pioli, il quale gli preferisce costantemente Banega, un giocatore dal talento sopraffino ma che ha dimostrato di avere enormi problemi di continuità nel campionato italiano. Una mancanza che, a questo livello, si fa sentire. Perché Icardi non può caricarsi sulle spalle la squadra per 38 partite a campionato, qualche pausa ha il diritto di prendersela e allora devono essere gli altri a fare lo step successivo. Ciò che non è riuscito a Candreva, così impegnato a fare le due fasi e a crossare da essersi dimenticato come si segna, e Perišić che col Torino ha inanellato una serie di errori davanti alla porta da far strabuzzare gli occhi, considerando il talento immenso del giocatore.
Al di là della parentesi legata alle tante vittorie consecutive prima della sconfitta allo Stadium, l’Inter si è poi arresa anche contro la Roma e, nel momento clou della stagione, si è sciolta come neve al sole facendo un solo punto su sei disponibili contro Torino e Sampdoria. Dal possibile -4 (con scontro diretto in casa) dal Napoli, invece, il terzo posto adesso è lontano ben nove punti e le speranze di rimonta sono prossime allo zero, considerando i ritmi a cui viaggiano Lazio e Atalanta.
Facendo un breve recap, quindi, Icardi e compagni sono fuori dall’Europa League già a dicembre, in un girone non esattamente di ferro e fuori anche dalla lotta per un posto in Champions a due mesi dalla fine del campionato, con i più costosi acquisti del mercato estivo o relegati a semplici subentranti (João Mário) o addirittura praticamente mai impiegati (Gabriel Barbosa). Il futuro dell’Inter sarà sicuramente più roseo di adesso (e ci mancherebbe) per via dei pesanti investimenti che Suning ha intenzione di fare nelle prossime stagioni, ma per il momento i nerazzurri non sono riusciti a rimettersi sulla strada giusta dopo i terribili errori della gestione Moratti post Triplete.