Lo scorso 25 febbraio la nazionale femminile italiana di rugby league ha giocato il suo primo storico test internazionale. Nel netto 0-22 rifilato al Libano si è distinta in maglia azzurra Simona Gazzera, giocatrice delle Saluzzo Ladies.
Proprio l’esperienza del Saluzzo Rugby, realtà del Nord Ovest italiano da quest’anno impegnata a livello maschile nei campionati francesi, è un incoraggiante esempio di lavoro sul territorio, coraggio e intraprendenza.
Abbiamo pensato allora di intervistare Simona, a qualche settimana di distanza da Libano-Italia, per farci raccontare la realtà del league femminile e, in particolare, dell’esperienza in maglia azzurra.
Ciao Simona, ti ringrazio della disponibilità per l’intervista. Da quanto tempo giochi a rugby?
Ciao, mi fa sempre piacere parlare di rugby. Da quando ho iniziato a praticarlo, un anno e mezzo fa circa, mi ha sempre dato grandi emozioni e soddisfazioni.
Il rugby viene percepito, ahimè, come uno sport “da maschi”, nell’immaginario collettivo. È ancora così o qualcosa si sta muovendo?
Prima di conoscere Elio Giacoma, l’allenatore del Saluzzo, non sapevo che in Italia si praticasse il rugby a livello femminile e io per prima ero titubante sulle mie possibilità di “potercela fare”, vista anche la mia piccola statura. Ma mi rendo conto che oggi il mondo del rugby si sta muovendo in una direzione in cui non è fondamentale essere degli energumeni, ma è necessario saper usare bene la testa! Il movimento femminile sta piano piano prendendo piede ma a parer mio dovrebbe essere più pubblicizzato.
A livello di rugby union, quali esperienze hai fatto e in quali squadre?
Ho iniziato ad allenarmi con la squadra di Saluzzo nell’ottobre del 2015 ma, dopo poche settimane la squadra femminile si è sciolta. Nonostante ciò ho continuato i miei allenamenti con la maschile: mi piaceva troppo questo sport per abbandonarlo così. Poi nel marzo del 2016 ho conosciuto la squadra del Cuneo Pedona, con la quale ancora oggi partecipo alla Coppa Italia. Da marzo del 2015 partecipo alla Coppa Italia rugby a 7 col Cuneo Pedona e da dicembre 2016, insieme ad altre mie compagne, ho iniziato ad allenarmi anche con la squadra di rugby a XV del CUS Torino
Come ti sei avvicinata al rugby league?
Mi sono approcciata al rugby league sin da subito, dato che la maschile del Saluzzo partecipa da quest’anno ai campionati francese. Già lo scorso anno i ragazzi si sono preparati per questo cambiamento da union a league e io non ho mai smesso di frequentare i loro allenamenti. Era sempre un grande stimolo per me, oltre che un grande divertimento.
Hai partecipato alla trasferta in Libano, in maglia azzurra. Il Saluzzo NWR sarà fiero di te. Cosa ti piace di questo ambiente?
Devo dire infatti grazie ai Roosters e a Elio se ho avuto questa occasione di indossare la maglia della Nazionale in Libano. Sono un bellissimo gruppo, che fin da subito mi ha incoraggiato e sostenuto. È sempre un piacere per me fare allenamento con loro. Trovi sia un ambiente serio: quando è il momento di lavorare lo si fa con concentrazione e determinazione. E poi ovviamente c’è sempre spazio anche per due risate e un po’ di birra a fine allenamento!
Ti aspetti un Libano più attrezzato e competitivo, nella prossima sfida?
Sicuramente l’obiettivo delle libanesi sarà quello di di migliorare e arrivare con le carte giuste per vincere nella partita di ritorno. Ma noi abbiamo delle buone basi e lavorando bene sui nostri punti deboli possiamo crescere molto.
Cosa bisognerebbe fare, secondo te, per far crescere ancora di più il league in Italia?
Forse si potrebbero organizzare più di frequente allenamenti e stage nei vari centri rugbistici sparsi per tutta Italia e dare più continuità a questo movimento.
Ti ringrazio e…In bocca al lupo per le prossime sfide rugbistiche!
Grazie a te, e spero di avere la possibilità di fare un’altra esperienza come quella libanese, perché ho trovato delle compagne fantastiche e un gruppo ben affiatato: mi hanno dato tanto sia a livello rugbistico che umano.