Lo scorso 25 febbraio la nazionale italiana femminile di rugby league ha disputato il suo primo test internazionale. Una data storica, che rimarrà scolpita nella storia di questo sport, figlia del lavoro sul territorio e della voglia di mettersi in gioco di un gruppo di ragazze fresche di prima convocazione eppure già affiatate come gruppo.
La partita contro il Libano, giocata nell’ambito della prima Mediterranean Cup femminile e frutto del lavoro di collaborazione tra FIRL (Federazione Italiana Rugby League) e LRLF (Lebanese Rugby League Federation), ha visto circa 1.000 spettatori riempire gli spalti del Chehab Stadium di Jounieh, per un dato abbastanza rilevante vista la relativa novità della scena a livello femminile.
Le azzurre, avvicinatesi al rugby grazie agli stage organizzati negli ultimi mesi dalla federazione, si sono imposte con punteggio di 0-22. Soddisfazione ovviamente enorme da parte sia delle giocatrici che dei coach, con Tiziano Franchini e Massimo Nicotra abili a rendere competitiva sin da subito questa Nazionale. Che ha viaggiato in un tour storico per motivi non solamente sportivi: una delegazione azzurra è stata ricevuta a Beirut dall’Ambasciatore Italiano Massimo Marotti, mentre la presenza all’incontro dell’Ambasciatore Australiano Glenn Miles ha confermato l’attenzione di un mondo, quello australiano, che ha nel rugby league uno degli sport nazionali.
In cronaca, italiane superiori sin da subito e in vantaggio 0-10 all’intervallo; 2 le mete del pilone Anna Barro, a segno al 13′ e 61′. Di Marina Gueli (26′) e Giuliana Zaffarana (72) le altre marcature azzurre, arrotondate dall’ottimo 3/4 di capitan Valentina Virgili dalla piazzola.
“Sono davvero soddisfatto della prova e di come si sono comportate le ragazze, migliorando il loro gioco minuto dopo minuto – ha commentato il coach Tiziano Franchini, che è anche vice-presidente FIRL – È un grande risultato, considerando che abbiamo appena iniziato il nostro lavoro sul femminile a livello locale, in novembre“.
Dall’altra parte, non s’è perso d’animo Ghassan Dandash, tecnico del Libano: “Ora c’è tanto da lavorare e a tanti livelli, ma almeno sappiamo di aver messo su le basi e il resto verrà col tempo, con la programmazione e proseguendo nel nostro impegno“.
Per meglio raccontare quelle sfumature e quei dettagli che solo la testimonianza diretta può catturare, siamo riusciti – grazie alla collaborazione di Michela Seita (“L’entusiasmo il trait d’union, insieme all’amore per questo sport“), team manager della nazionale femminile – a raccogliere alcune testimonianze delle ragazze. Le proponiamo in forma integrale, perché meglio di qualsiasi parafrasi o ricostruzione descrivono le emozioni del primo storico tour delle azzurre, la curiosità nel confrontarsi con un paese straniero e l’accoglienza ricevuta.
LIBANO-ITALIA 0-22
Libano: N. Saniour, E. Gharious, N. Kibbi, C. Badawi, R. Abdallah, L. Sasso, D. Knio, R. Dahdouli, K. Roukoz, S. Kannan, T. Keirouz, S. Awad, L. Acra. Sost.: M. Keirouz, M. Haddad, S. Menassa, M. Antoun. All.: Ghassan Dandash
Italia: G. Pratelli, M. Gueli, O. Dimartino, S. Gai, C. Gubernale, V. Virgili, L. Gurrieri, E. Indaco, S. I. Passino, A. Barro, E. Salvatore, V. Pinarello, M. Ascione. Sost.: V. Forgiarini, S. Capello, S. Gazzera, G. Zaffarana. All.: Tiziano Franchini, Massimo Nicotra
Mete.: Anna Barro (13, 61) Marina Gueli (26), Giuliana Zaffarana (72)
Calciatrice: Maria Virgili 3/4
Di seguito, le testimonianze che abbiamo raccolto:
Valentina Virgili (capitano): “Siamo partite da tre aeroporti diversi: Milano, Venezia e Catania. Ci siamo conosciute tutte a Roma, scalo per tutte prima di arrivare a Beirut. Abbiamo iniziato a imparare i nomi tra un controllo e l’altro prima di salire in aereo. Ma in poco tempo ci siamo subito unite, sopratutto dopo il primo allenamento il giovedì mattina.
Abbiamo lavorato duro. Abbiamo dato il massimo, allenandoci tutte per uno scopo: vincere!
Sul campo sabato lo abbiamo dimostrato. Sì, abbiamo fatto molti errori di tecnica, ma si può solo migliorare lavorando e lavorando ancora. È stata una bellissima esperienza e l’ho percepito da parte di tutte. È stato un onore essere il capitano e sono orgogliosa della mia squadra, non vedo l’ora di ripartire e giocare ancora. In Libano ci hanno accolto con grande entusiasmo e ci hanno affiancato un simpaticissimo signore Yussuf, che è stato subito accolto in maniera stupenda da parte della squadra. Organizzazione stupenda, siamo state davvero bene. Non vedo l’ora che arrivi la gara di ritorno“.
Marika Ascione: “Fuori dal campo ho conosciuto delle persone veramente uniche, con cui ho passato dei momenti indimenticabili. In campo tanta fatica e tanta voglia di crescere e migliorare per poter dare sempre di più. Una squadra, una famiglia“.
Ci raccontano Eugenia Indaco e le altre compagne del centro-sud: “La nazionale italiana di rugby league in Libano: potrebbe essere il titolo di una fiaba. Invece è la realtà! Concentrazione, voglia di dare il massimo e umiltà: queste sono state le caratteristiche di questi giorni libanesi.
Allenamenti intensi dentro il campo e momenti di grandi risate fuori, che hanno reso magico il nostro tempo a Beirut. Ogni atleta che sceglie come suo sport il rugby porta dentro di sé due grandi valori: rispetto e senso di squadra.
La squadra si è compattata immediatamente: da sconosciute a una seconda famiglia; caratteri ed età diversi non hanno fatto altro che consolidare il gruppo, che ha saputo ripagare il lavoro eccellente degli allenatori ottenendo il risultato vincente in campo. Siamo una bellissima realtà. Una vera famiglia! Un ringraziamento speciale va a chi ha creduto in noi, come squadra e come gruppo: i coach Tiziano e Massimo, il team manager Salvo Pezzano, nostro grande punto di riferimento, e Valentina nostro capitano, che con la sua esperienza e il suo carisma ci ha condotto alla vittoria. Forza azzurre!“.
Virginia Pinarello e le altre ragazze del nord-est (Pratelli, Gubernale, Barro): “Un’esperienza bellissima, organizzata benissimo!
Siamo un gruppo giovane, che ha saputo mettere serietà in campo e molta armonia fuori; gli allenatori e il team manager hanno saputo coinvolgerci, insegnarci il rugby a 13 in pochissimo tempo sino a portare a casa un buon risultato e anche ‘viziarci’ nei momenti di relax. Siamo uscite dal campus universitario (dove alloggiavamo) per visitare Beirut e abbiamo trovato una situazione tranquilla e al terzo tempo (a Biblos) abbiamo legato con le nostre avversarie.
Ovviamente la parte più bella è stata la partita, l’emozione si vedeva negli occhi di tutte noi!
Sono molto curiosa di vedere il filmato perché in campo mi sono divertita; i primi minuti eravamo un po’ disorientate, poi abbiamo fatto il nostro gioco e il secondo tempo è stato soddisfacente. Abbiamo vinto 22 a 0, il che dimostra un’ottima linea difensiva; in attacco potevamo fare meglio, soprattutto evitando dei calci di punizione presi per abitudine del rugby union. Abbiamo messo le basi per un movimento che ha tutte le possibilità di crescere ad alti livelli.
In campo mi sono proprio divertita dando il meglio di me, e quando a fine partita sorridendo tutti mi facevano i complimenti e mi hanno nominata Woman on the Match non potevo crederci. Mi sono sentita davvero onorata e felice di aver giocato un buon rugby mettendo in pratica tutto quello che mi hanno insegnato“.
Chiara Gubernale: “Io l’ho vissuta molto positivamente, è stata una grande occasione di crescita sia rugbistica che personale delle mie proprie capacità (adattamento al luogo, al contesto e la relazione con altre persone). La vittoria è stata l’apice della felicità e questo tipo di rugby per quanto diverso sia dall’union mi lascia un ottimo feedback. C’è sicuramente da migliorare e portarlo avanti“.
Giorgia Pratelli: “Per me è stato fantastico. Un onore far parte della nazionale di rugby league, indossare la maglia azzurra e poter rappresentare ancora una volta la mia nazione e tutte le ragazze che amano il rugby. Un’emozione indescrivibile; molto contenta del gruppo che si è creato da subito, perché ci ha permesso di vivere questi giorni in modo tranquillo e con molta grinta nonostante le differenze d’età e di gioco. Ancora più bello e soddisfacente è stato il rapporto con gli allenatori e il manager con i quali non sono mancati momenti di serietà e divertimento.
Riuscire a creare una squadra in pochi giorni e senza esperienza per il gioco a XIII è stato complicato, ma sostenendoci tra di noi ci siamo riuscite, vincendo anche la partita, iniziata con la paura di sbagliare ma siamo riuscite ad ingranare e capire ognuna il proprio ruolo, crescendo come squadra. Sono stata contenta della trasferta e tornerei in campo al più presto“.