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Oggi e Ieri: Zamparini e il calcio, una storia memorabile

28 febbraio 2017, mancano 3 minuti alle 18. Sul sito ufficiale del Palermo Calcio compare un comunicato firmato dal Presidente Maurizio Zamparini, in cui viene annunciata la cessione della società ad un fondo anglo-americano che prenderà in mano le sorti del club rosanero. Il 75enne Mister MZ, il “mangiallenatori”, esce così di scena: un personaggio senza dubbio controverso, che ha attraverso gli ultimi 30 anni del calcio nostrano.

GLI INIZI IN LAGUNA – Originario della piccola frazione friulana di Sevegliano, fa fortuna con l’acquisizione e la successiva rivendita di centri commerciali dopo averli valorizzati. Una qualità che avrebbe sfruttato in seguito anche nel calcio. Entra nell’ambiente pallonaro a Pordenone, non riesce a rilevare l’Udinese e poi dirotta le sue attenzioni sul Venezia: lo salva dal fallimento nel 1987 e, dopo una breve fusione con il Mestre, vede l’approdo in C1 al primo anno ed il ritorno nel campionato cadetto al termine della stagione 1990-91 dopo ben 23 anni. Zamparini riesce nell’impresa di riportare Venezia in Serie A nel 1998 con Walter Novellino in panchina. Dopo una salvezza (il famoso anno con Recoba-Maniero in attacco) e la retrocessione, i lagunari tornano subito in A con Prandelli. Insomma, MZ è un personaggio controverso, deciso e sanguigno, ma che risponde direttamente alle critiche soprattutto con i fatti. Aver riportato Venezia nel grande calcio non è da tutti.

LO “SCIPPO” – Al termine della stagione 2001-02, quando il Venezia è appena retrocesso in B dopo un pessimo torneo, Zamparini decide di vendere la società per rilevare il Palermo. Si chiude così un’epoca d’oro per il club lagunare, destinato a mesti scenari sportivi. La riconoscenza della piazza veneta nei confronti di Zamparini si sgretola quando, durante il ritiro estivo di Pergine Valsugana, l’imprenditore preleva con dei pullman diversi giocatori del Venezia (e pure l’allenatore) per portarli a Longarone, dove il Palermo sta preparando la nuova stagione. Uno “scippo” mai perdonato e che fu il preambolo del crollo societario neroverde.

PALERMO EUROPEA – Quella stessa estate Zamparini rileva il Palermo da Franco Sensi, già proprietario della Roma, e già alla fine della seconda annata consegue la promozione in Serie A. È l’inizio del periodo calcistico più bello per i siciliani, che vede più volte la partecipazione in Coppa Uefa (ora Europa League), 3 quinti posti in classifica e la valorizzazione di tanti giocatori. Ad esempio Toni, Barone, Zaccardo, Barzagli e Grosso, tutti laureatisi campioni del Mondo 2006 con la Nazionale azzurra. Il Palermo, a parte il 2013-14, gioca sempre in massima serie sotto la presidenza Zamparini che, nel bene e nel male, segna in modo indelebile i destini sportivi della città siciliana.

IL “MANGIALLENATORI” – Il suo primo allenatore è Ferruccio Mazzola a Venezia, Diego López l’ultimo ancora in carica nel Palermo. I suoi numeri sull’argomento, nel trentennio 1987-2017, sono clamorosi: 59 cambi di panchina, 45 esoneri, 7 allenatori diversi chiamati nella stessa stagione (la scorsa). Ricordando qualche nome passato per la sua gestione, sono da citare Zaccheroni, Marchesi, Ventura, Marchioro, Novellino, Spalletti, Prandelli, Guidolin, Delneri, Rossi, Cosmi, Gasperini.

Siamo sicuri che chiuda definitivamente con il calcio?