In vista della ripresa della Russian Premier League il nostro portale vi offre l’analisi dettagliata di ciascuna delle sedici componenti del torneo. Oggi è il turno dell’Arsenal Tula.
LA CLASSIFICA PIANGE, IL MORALE NO – Per l’Arsenal è la seconda partecipazione al massimo campionato russo, dopo il fallimentare debutto di due stagioni or sono. Nonostante il penultimo posto (ma la salvezza diretta dista soltanto tre punti), questa volta il club della città nota per i Samovari sembra più maturo e più attrezzato per tentare di raggiungere la permanenza tra le magnifiche sedici. Abolita la controproducente politica protezionista, che precludeva in maniera totale l’arrivo di rinforzi stranieri, la sessione di mercato invernale ha portato a Tula alcuni rinforzi soprattutto per quanto riguarda il reparto offensivo, il peggiore del torneo con sole sei reti: a tal proposito il colpo dell’ultimo minuto Doumbia potrebbe risultare decisivo. La salvezza è tutt’altro che impossibile, anche perché l’ultima vittoria con l’Anzhi, ovviamente di misura, ha messo una pezza dopo cinque sconfitte consecutive. Più che dalla difesa, insomma, l’Arsenal dovrà ripartire dalla fase offensiva, davvero imbarazzante nella prima parte di torneo: la retroguardia, pur essendo la peggiore del torneo, ha subito soltanto dieci gol in quattordici gare escludendo le probanti sfide con Zenit, Rostov e Spartak.
LA DIFESA: VOTO 6,5 – Come detto poc’anzi, è la peggiore del torneo. Ma leggendo in maniera più analitica questa statistica ne ha presi 13 solo con Zenit, Rostov e Spartak. Per il resto una media inferiore al gol a partita, segno che la retroguardia non è un handicap per questa squadra. Tra i pali probabilmente vedremo l’esperto Vladimir Gabulov, che vanta anche qualche partita in Champions League: sostituire Gerus con uno come lui dovrebbe portare soltanto benefici. Difesa poi ulteriormente rinforzata con l’arrivo di Sunzu, centrale dello Zambia prelevato in prestito dal Lille, di Ivan Ivanov e di una vecchia conoscenza del calcio russo, il terzino fluidificante Gia Grigalava. Autentico stantuffo sulla fascia, potrebbe diventare un po’ il Safronidi di Tula, viste le caratteristiche analoghe e la nazionalità, per entrambi georgiana.
IL CENTROCAMPO: VOTO 6 – Quando c’è da difendere tutto a posto, ma quando bisogna impostare? La manovra dell’Arsenal è spesso lenta, farraginosa, e questo non agevola gli attaccanti. Eppure i giocatori di qualità c’erano anche prima, come Oleg Vlasov e Illya Maksimov. Adesso, con gli arrivi di Aleksandrov, Kombarov e Burchanu, non hanno più davvero alibi a riguardo. Saluta invece un trascinatore come Dmitry Smirnov I, che ha lasciato il testimone a Steklov, storico capitano della Torpedo.
L’ATTACCO: VOTO 5 – Alcuni sono partiti, altri sono arrivati. Difficile comprendere se il reparto sia migliorato, anche se sembra evidente che le colpe non fossero principalmente dei centravanti, nonostante la scarsissima prolificità. Occorrevano rinforzi a centrocampo per gestire al meglio una fase offensiva corale di una qual certa levatura. Doumbia è una certezza, l’argentino Rasic una scommessa: l’impressione è che all’Arsenal manchi quel giocatore che possa andare in doppia cifra e che sia decisivo negli scontri diretti. Shevchenko? Non è mai stato un goleador, ma fino ad ora ha deluso.
LA STELLA: IGOR SHEVCHENKO – Non ha convinto fino ad ora, eppure rimane il giocatore dai mezzi tecnici più importanti. Ed è per questo che a Tula si aspettano di più da lui, che ha lottato per non retrocedere con un sacco di maglie diverse. Alcune volte gli è andata bene, altre no. Con la sua esperienza è chiamato a rendersi utile concretamente sul campo, ma anche ad aiutare i suoi compagni e a tenere saldo il gruppo. La salvezza dell’Arsenal passa inesorabilmente dalle mani (o meglio, dai piedi) di Igor Shevchenko.
L’ALLENATORE: SERGEJ KIRYAKOV – I prossimi sei mesi potrebbero decidere molto anche della carriera di questo tecnico, che a Tula ha alzato la propria asticella dopo alcune esperienze in Lettonia. Chiamato in corsa, non ha fino ad ora esaltato per risultati e correttivi tattici; possibile che con la preparazione invernale si possa vedere qualcosa di diverso già a partire dallo scontro cruciale con l’Orenburg, una sfida salvezza in piena regola.
IL CALENDARIO: Subito tre scontri diretti nelle prossime quattro giornate per l’Arsenal, con Orenburg, Ural e Tom. Due di questi saranno in casa: l’obiettivo minimo è sei punti, magari sette con un buon pari a Orenburg. Lì si potrà poi cominciare a fare qualche calcolo, con una fase centrale priva di incontri “facili”. A chiudere due gare casalinghe con Amkar e Spartak. Possibile che entrambe, in quel momento, siano già con la testa alle vacanze, soprattutto i rossoneri.
IL MERCATO INVERNALE: L’Arsenal si è mosso attivamente sul mercato, ma ha perso anche diversi calciatori. Ecco la sintesi completa.
Acquisti: K. Kombarov (Tom Tomsk), V. Gabulov (parametro zero), Burchanu (Steaua Bucarest), Grigalava (Ethnikos), Rasic (Gimnasia), Ivanov (Panathinaikos), Sunzu (Lilla), Aleksandrov (Legia Varsavia), Doumbia (Rostov).
Cessioni: Filtsov (Rubin), Frimpong (Eskilstuna), Gerus (svincolato), Kaleshin (Sochi), Ajdov (svincolato), Smirnov I (svincolato), Shapovalov (svincolato), Appaev (Riga), Maslov (svincolato), Sheshukov (Baltika), Forbs (Anzhi), Gorbatyuk (Tambov), Ruslan Mukhametsin (Taraz), Gorbanets (svincolato)
LA FORMAZIONE TIPO: Purtroppo non siamo i tecnici dell’Arsenal (anche se ci farebbe indiscutibilmente piacere): questo è l’undici che schiereremmo per provare ad ottenere la salvezza.