Ventidue giornate sono ormai andate in cascina e gli equilibri in Primeira Liga sono ben delineati: a meno di clamorosi colpi di scena che vedrebbero, per esempio, lo Sporting Lisbona recuperare diversi punti, saranno il Benfica e il Porto a giocarsi il titolo in Portogallo (si spera che il duello duri il più a lungo possibile per movimentare un campionato che ormai ha poco da chiedere: il terzo posto è ipotecato da Dost e compagni mentre la lotta per non retrocedere, a meno di insperate rimonte, sembra essere chiusa; allora solo la lotta per la qualificazione in Europa League, aperta a diverse squadre, potrebbe essere uno dei motivi per tenere vivace il torneo).
Le due rivali sono distanziate da un solo punto, il rendimento è piuttosto simile per la continuità che le due compagini hanno avuto finora ma la differenza tra esse è abissale.
Il Benfica, a vedere i calciatori che compongono la sua rosa, che meriterebbero palcoscenici europei più importanti (è facile immaginare un loro trasferimento nei migliori club d’Europa negli anni a venire), ostenta sicurezza, basti pensare al portiere Ederson, in crescita e ormai una sicurezza tra i pali, ai difensori Luisão, López o Lindelöf, affidabili e al contempo pericolosi sui piazzati, ai centrocampisti Cervi e Semedo, veri top di reparto, o agli attaccanti Pizzi, Jiménez, Salvio, Jonas e Mitroglou, tutta gente che ha calcato o calcherà i terreni da gioco più importanti dell’attuale panorama calcistico internazionale: offensivamente è una squadra che produce molto, pertanto le reti segnate sono molte, ma è difensivamente che la compagine di Rui Vitória soffre abbastanza, tanto da concedere alcune occasioni agli avversari (spesso prontamente sventate da Ederson, vedasi i miracoli del brasiliano nella gara col Borussia Dortmund in Champions League) che, nonostante il potenziale, rendono vulnerabile una squadra che avrebbe le carte in regola per dominare, con diversi punti di vantaggio, un campionato come quello portoghese.
Dall’altro lato c’è il Porto, una squadra molto più quadrata con diversi uomini di esperienza, vedasi i vari Casillas, Felipe, Marcano e Danilo, e alcuni giovani di talento, tra cui Silva (senza comunque avere rispetto ai rivali tutti quei giocatori che per il panorama lusitano rappresentano una prima scelta), che riesce a competere per il primo posto grazie all’importante lavoro svolto dal proprio tecnico Nuno Espírito Santo, preparatissimo tecnicamente tanto da migliorare la tenuta difensiva dei Dragões, quest’anno miglior difesa del torneo: è questo il loro punto di forza e ciò, nell’impostare le partite, concede loro un vantaggio, che comunque non sempre sono riusciti a sfruttare in certe gare per via di una fase offensiva non impeccabile ma, nonostante ciò, sono ai vertici della classifica a lottare per il titolo avendo ridotto in tal senso il “gap” dai rivali.
Per capire chi ne uscirà vincitore bisognerà aspettare le prossime settimane: le gare di febbraio e marzo prepareranno il terreno per la sfida del 2 aprile prossimo, Benfica-Porto, che deciderà le sorti della Primeira Liga 2016/2017.