Editoriali

Ingiocabile

Nuovo giro, nuova corsa.
E sono 6 le vittorie consecutive, 7 tra campionato e coppa.
Una squadra così ingiocabile, numeri alla mano, raramente si era mai vista.
Ma così è ed è inutile paragonare i campionati. Quello di adesso e quelli di ieri; o dell’altro ieri. O paragonare il momento storico della Serie A ai tornei stranieri: ogni squadra sta bene dove è nata e dove gioca, e pazienza per gli altri. Affaracci loro.

La Juventus che domina, stradomina e si mette in tasca la Serie A rasenta la perfezione, almeno per i valori sinora espressi da questo campionato 2016-2017.
21 vittorie, nessun pareggio e 4 sconfitte; 50 gol fatti (secondo miglior attacco, dietro il Napoli) e solo 17 subiti: miglior difesa per distacco e parte praticamente in vantaggio. Segna più di 2 reti a partita.

Anche ieri sera, pronti via e 1-0, gol di Marchisio. Giocatore – Dio solo sa – che è mancato tantissimo, alla Juve e non solo; prodotto del vivaio bianconero, torinese doc. Lui, quello che i derby della Mole li sente più di tutti; lui, quello della Torino bianconera. Poi Dybala, dopo il palo su calcio piazzato; e il Palermo che si scioglie come neve al sole.
Copione già scritto? Sì e no: siciliani terzultimi in classifica (preoccupante -8 dalla zona salvezza e domani l’Empoli gioca in casa), ma sinora meglio fuori casa (10 punti) che al Barbera.

Juventus, semplicemente, troppo forte.

Inaffrontabile: manca Chiellini e gioca Benatia (qualche anno fa acclamato a Roma, forse esageratamente, tra i “migliori difensori d’Europa”), riposa Mandžukić ed ecco Pjaca, 12 presenze con la Croazia e non senza concorrenza.
Allegri ha potuto rinunciare a Pjanić ma si è comunque presentato con 123 gettoni internazionali in mediana (Marchisio e Khedira), oltre al sempre valido Sturaro.
Insomma, due squadre a disposizione: Rincon, Cuadrado e Lemina (fiore non ancora sbocciato) dalla panca, e tanti nomi interessanti lasciati a riposo in vista di Porto.

Rispetto alle “concorrenti” (ma sono davvero tali?), questa Juve non solo ha due squadre ma anche un piano B e un piano C. Sa cambiare pelle, sa cambiare partita, sa vincere anche giochicchiando; col minimo sforzo, col freno a mano tirato: ieri sera come domenica scorsa a Cagliari.

Non è più la Serie A di una volta e forse è una corsa davvero solitaria, ma ognuno gioca con gli avversari che si trova davanti. Juventus bella e superba, la migliore della classe e del decennio: chapeau. Cosa chiedere di più? Ma l’Europa, quella lì.

Ne riparliamo mercoledì; il materiale c’è.

Published by
Matteo Portoghese