I prossimi settant’anni li festeggerà il 12 maggio con un’incredibile salvezza o un’annunciata retrocessione. Zdeněk Zeman torna in Italia e lo fa senza banalità. Come al solito. Di nuovo sulla panchina del Pescara, lasciata nell’estate del 2012, per cercare di evitare una B alla peggior squadra europea per rendimento. Un’impresa complessa che, all’alba dei 9 punti racimolati fin qui in campionato, sembra destinata a fallire.
Eppure, in quella testa che ha come unica direzione la controtendenza, dev’essersi accesa una scintilla. Un amore mai finito, al massimo assopito dopo la promozione in A coi Delfini, che è tornato a bussare alla coscienza del boemo nel momento di massima lontananza. I biancocelesti hanno bisogno di uno scossone, oltre che di un miracolo, e quale miglior tecnico per centrare una romantica salvezza?
Di differenze dall’ultima volta ce ne sono parecchie, a partire dai musicisti. In quella magnifica orchestra suonavano tre titolari della Nazionale di oggi: Verratti, Immobile e Insigne. Calciatori dall’inestimabile valore per una compagine della serie cadetta ma destinati ad abbandonare l’isola felice a obiettivo raggiunto. Il primo volò immediatamente a Parigi, il secondo a Genova (sponda rossoblù) e il terzo tornò nella sua Napoli.
In realtà, messe da parte le indiscutibili individualità, quel Pescara era una macchina perfetta. Una squadra corta, veloce e dinamica che faceva della continua verticalizzazione il suo punto di forza. Semplicemente, zemaniana. Fortunatamente, il metodo della vecchia volpe è ricucibile su diversi gruppi di giocatori. L’importante è che siano giovani e affamati. Oltre che devoti, anima e corpo, al mister.
La preparazione fisica è una delle chiavi del gioco del boemo. Prendere una squadra adesso, a febbraio inoltrato, è sicuramente un punto a sfavore di tecnico e calciatori. Sarà interessante vedere come Zeman saprà adattersi al gruppo che ha già preso per mano ieri pomeriggio. Un integerrimo come lui si vedrà costretto a scendere ad alcuni compromessi per non rivoltare la rosa come un calzino e rischiare di perdere ulteriori punti.
In più il periodo è rovente. Il Pescara deve ancora affrontare Milan, Juventus, Roma, Fiorentina e il Palermo, penultimo in classifica, attualmente è a 4 punti di distanza. Situazione drammatica e praticamente irrecuperabile ma, in quel gesto di pazzia da parte di società e allenatore, c’è tutta la genuinità del calcio. Perché non cercare di regalare ai tifosi alcune piccole soddisfazioni in questi ultimi mesi di Serie A? E poi, chissà che non ci scappi un’altra storia da raccontare ai nipoti per quel vecchio e dispotico mister…
Il tour di Zemalandia passa nuovamente dall’Abruzzo, dal 16 febbraio a data da destinarsi. Sono ammessi fumatori solo all’Adriatico e al San Paolo. Per i biglietti rivolgersi direttamente in cassa. Non sono previsti rimborsi in caso di sconfitte, il divertimento rimane assicurato.