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Lugano, Tramezzani: “Il lavoro, prima o poi, porterà risultati”

Dal nostro inviato a Lugano (CH)

Per Paolo Tramezzani, allenatore del Lugano, è arrivato il momento del debutto casalingo: domani sera, infatti, si siederà, per la prima volta, sulla panchina dello stadio di Cornaredo. Partita importante, quella che sta per arrivare (fischio d’inizio ore 20) per i ticinesi: in settimana, comunque, il mister ha ricevuto le parole d’incoraggiamento del presidente Renzetti, soddisfatto di quanto sta vedendo a livello ambientale, da quando l’emiliano ha preso in mano la squadra, e non troppo preoccupato per la deludente prestazione di sabato scorso a Basilea.

L’allenatore si presenta in sala stampa, a Cornaredo, poco prima dell’allenamento di rifinitura a porte chiuse. Le sue prime parole sono state dedicate alla partita di sabato scorso“Abbiamo fatto un’analisi della partita di Basilea; ci sono state anche cose positive, guardando le statistiche. Di fronte ai quattro gol subiti, abbiamo visto che sono venuti da solo 5 tiri in porta totali e su 3 cross che gli avversari hanno effettuato. Il nostro portiere ha dovuto parare solo una punizione laterale di Delgado. Siamo ovviamente dispiaciuti di ciò che è successo a Jozinović; anche a me è accaduto in carriera, conta molto reagire. Il giocatore ha trovato la vicinanza della squadra, della società e dei tifosi. Ora, deve solo pensare a guarire bene.”

“Per la fascia difensiva, a sinistra, ho diverse opzioni oltre a Martignoni: penso a Padalino, allo stesso Mihailović, a Rouller, tutti in grado di occupare quel ruolo. Certo, potrebbero avere qualche problema con il pallone tra i piedi, per via del fatto che si trovano in una posizione di campo opposta al loro piede forte; ma, paradossalmente, si troverebbero meglio nei ripiegamenti senza palla. Ci mancherà Alioski, che è uno dei giocatori più forti del campionato. Un’assenza importante che potrebbe responsabilizzare però chi gioca.”

Il vostro cronista, a tale proposito, ha chiesto a Tramezzani se questa assenza potrebbe magari preludere a un cambio di schemi, magari un 4-4-2: “Se loro venissero a Cornaredo a giocare come domenica scorsa a Zurigo, con un play davanti alla difesa e due interni, con un 4-4-2 si potrebbe tenere il campo, assorbendo gli inserimenti dei centrocampisti. Tuttavia, credo che avremmo problemi a giocare così: abbiamo lavorato su altri sistemi di gioco, quasi mai con due mediani. Desidero che i giocatori abbiano certezze, e non voglio, nel contempo, dare punti di riferimento agli avversari. Il 4-4-2, secondo me, ci manterrebbe un po’ troppo bloccati.”

Alla seconda domanda, cioè su quanto possa influire il rientro in squadra di Golemić (che, assieme a Sulmoni, ha formato una coppia di centrali difensivi piuttosto solida e sicura, nel corso del girone d’andata), il mister emiliano ci ha risposto così: “Non lo so. In questo momento al gruppo servono sicurezze e certezze, chiunque vada in campo. I ragazzi devono cercare di riconquistare la tranquillità il prima possibile: quando giochi sereno e sei tranquillo, hai meno in difficoltà. Quello di Golemić è un rientro importante, ma per me è un giocatore sullo stesso livello di tutti gli altri.”

La chiosa dell’allenatore bianconero è stata la seguente: “Non vinciamo dal 22 settembre, proprio contro il GCZ. So che potrebbe pesare; però, se aspettassimo di ritrovare fiducia e convinzione attraverso un’altra vittoria, alla lunga saremmo penalizzati. Sono banale e ripetitivo: tuttavia, per come sta lavorando la squadra, sono certo che arriveranno i risultati. In settimana abbiamo fatto sette allenamenti, per due giorni consecutivi siamo arrivati a Cornaredo alle 8.30 e siamo andati a casa alla sera che c’era buio. Questi ragazzi, comunque, stanno bene insieme. Questo ci permette di poter lavorar bene e, magari, sentire meno la fatica. Poi è chiaro che, se vinci, tutto è più bello, ti dicono bravo e sono contenti.”