Lugano, si riparte: sabato arriva il GCZ, malconcio ma insidioso
I cronisti, presenti a Basilea, hanno riferito di un Renzetti sereno, nonostante il tracollo del Lugano. Per quanto ci riguarda, confermiamo quanto scritto nelle settimane passate: un primo bilancio, su Tramezzani, lo faremo al fischio finale della partita con il Losanna, il 4 marzo. Al di là di quanto fatto vedere durante la preparazione, e nelle amichevoli invernali, siamo infatti convinti che giocare per i tre punti, sia l’unico modo per forgiare il gruppo a propria immagine. Il mister emiliano ha ben impressionato l’ambiente finora, per metodi e personalità. Di conseguenza, non può certo essere giudicato dopo una partita, tra l’altro giocata contro una squadra che, per dire, vale 50/60 milioni di Franchi: 10 volte di più del valore di mercato dei bianconeri.
Il Pres è uomo di calcio abbastanza navigato. Per ora, si accontenta di vedere che l’allenatore sta assecondando le sue richieste: doppia seduta di allenamento quasi tutti i giorni, ritrovo al campo alla mattina alle 9 per la colazione, pranzo allo stadio. Vi è la convinzione, da parte della dirigenza, che siano iniziative in grado di cementare il gruppo, e farlo crescere. Ovviamente, tutto questo non poteva avvenire immediatamente; inoltre, anche l’aver subito una rete nei primissimi istanti ha influito non poco sulla prestazione. A questo proposito, si è rivelato più grave l’infortunio subito, al ginocchio, da Jozinović, in occasione del primo gol dei renani: per lui, probabilmente, la stagione è finita.
Negli spogliatoi del St Jacob-Park, Tramezzani ha evidenziato, più che altro, le carenze caratteriali della squadra, che agli osservatori presenti è apparsa deconcentrata. “Tre dei gol subiti erano evitabili, il primo sicuramente, e sono venuti da situazioni che avevamo provato in allenamento ma che, sul campo di gioco, non siamo stati in grado di contrastare in modo efficace. Mi aspettavo riuscissimo a tenere un ritmo alto da subito, restando di più nella loro metà campo, ma non è andata così. Di positivo, ho visto il gioco dei due esterni d’attacco che, anche senza palla, sono riusciti a limitare le scorribande dei loro esterni difensivi anche se, da una di queste, è arrivata la quarta rete del Basilea. Ci vorrà ancora parecchio lavoro: questa squadra deve ritrovare una fiducia che ha smarrito”
I tifosi, in rete, hanno accolto la sconfitta in vari modi: chi con rabbia, chi con nostalgia di Manzo, chi con fiducia nel nuovo corso. Perdere a Basilea, comunque, era dato in fondo per probabile: quindi, si attende una prestazione convincente, sabato sera, a Cornaredo. In tutto questo, la combinazione dei risultati delle altre partite ha consentito comunque, ai ticinesi, di non trovarsi all’ultimo posto in classifica, domenica sera. Poca cosa, magari: però utile, in chiave soprattutto psicologica. Servirà una reazione: e, forse, il GCZ di Tami, in questo momento, è la squadra giusta da affrontare, anche se Tramezzani dovrà fare a meno, sabato sera, anche di Alioski, squalificato.
I tigurini, prossimi avversari del Lugano, sono anch’essi in un momento piuttosto difficile. Ieri sera, a Fuorigioco, il salotto televisivo del lunedì sera, condotto da Patrick della Valle, Kuby Türkyılmaz, ex giocatore delle Cavallette, oggi stimato opinionista anche oltre Gottardo, stigmatizzava il comportamento della dirigenza che, a suo dire, avrebbe incassato dalle cessioni circa 13 milioni di franchi, investendone, però, poco più di uno: non certamente una situazione prodromica alla creazione di una squadra in grado di insidiare le due corazzate Basilea e Young Boys.
Al di là della sconfitta in casa con il Thun, sabato, l’ambiente è stato poi scosso dalle indiscrezioni di stampa del Blick (riprese anche dallo svedese Sportbladet) riguardo all’improvvisa partenza dell’ex nazionale svedese Källström. A quanto sembra, il centrocampista e capitano delle Cavallette sarebbe rimasto deluso dall’atteggiamento della dirigenza biancoblù, rispetto alla volontà di costruire una squadra in grado di lottare per le posizioni nobili della classifica. Lo scandinavo avrebbe anche stigmatizzato il comportamento dei giovani compagni di squadra (“Hanno in testa solo di giocare con la Playstation”).
I tifosi, tutto sommato, hanno reagito con ironia (in rete girava, per esempio, un divertente decalogo del perché Källström avrebbe lasciato Zurigo: una delle motivazioni inserite era la sua scarsa empatia – verificata anche da noi – con la stampa, nonostante sia, in fondo, un “collega”, visto che fa il commentatore per la televisione svedese…). Per lui, si ipotizzano destinazioni cinesi; ma noi, forti delle informazioni che ci arrivano dalla Svezia, continuiamo a credere che, alla fine, si accaserà a Stoccolma, dove, assieme al suo ex compagno di nazionale Isaksson, proverà a far tornare protagonista il Djurgården. Bosse Andersson, manager degli Järnkaminerna, parla, del resto, di questa opzione dall’autunno dello scorso anno: tanti sono gli indizi che vanno in questa direzione. Anche, se, ovviamente, la dirigenza degli inquilini della Tele2Arena dovrà fare qualche sacrificio economico, per concretizzare questa possibilità.