Home » Formula 1 – Manor al capolinea: il team inglese cessa l’attività

Formula 1 – Manor al capolinea: il team inglese cessa l’attività

Nonostante i tanti tentativi di salvare la scuderia, ormai è ufficiale: la Manor chiude (almeno per il momento) la sua avventura in Formula 1 dopo 7 stagioni. La griglia di partenza torna dunque ad avere soltanto 20 vetture, dopo che tutte le trattative con possibili investitori e acquirenti sono fallite. La notizia non è un fulmine a ciel sereno – la Manor era già in amministrazione controllata da qualche settimana – ma sicuramente non arriva senza rammarico, soprattutto pensando che in autunno il proprietario della Manor, Stephen Fitzpatrick, aveva rifiutato altre offerte perchè “non soddisfacenti”.

L’annuncio è arrivato tramite un comunicato ufficiale della FRP Advisory, società proprietaria della scuderia: “Negli ultimi mesi il senior management team ha lavorato senza tregua per cercare di identificare nuovi investitori, sono state portate avanti delle trattative con dei potenziali acquirenti ed è stato garantito il pagamento di tutti gli stipendi del personale fino al 31 gennaio 2017, ma non c’era possibilità di garantire un futuro a lungo termine al team nel poco tempo a disposizione. È deplorevole vedere una squadra chiudere i battenti – Manor è un grande nome nel panorama del motorsport inglese – e la scuderia ha fatto molto negli ultimi due anni, rinvigorita sotto una nuova proprietà. Purtroppo però il funzionamento e la gestione di un team di Formula 1 è legato a standard molto elevati che richiedono investimenti ingenti”.

Nonostante l’ufficialità sia arrivata soltanto negli ultimi giorni, non è un mistero che la situazione finanziaria della scuderia inglese fosse problematica: già due anni fa il team aveva rischiato di chiudere i battenti dopo l’addio al circus di Marussia (anch’essa all’epoca fallita) – che già aveva salvato precedentemente il team subentrando alla Virgin -, salvo poi essere salvato proprio dall’attuale proprietario. Un continuo passaggio di mano, un continuo reinventarsi con la speranza di dare un futuro a un nome che comunque era diventato abbastanza di rilievo nel panorama del motorsport inglese grazie ai risultati nelle categorie inferiori (Lewis Hamilton e Kimi Räikkönen hanno corso per la Manor in Formula Renault).

Una storia travagliata, quella della Manor, che nonostante tutto sperava di riuscire a presentarsi a Melbourne a fine marzo. Sicuramente, l’epilogo della scorsa stagione non ha aiutato. Se torniamo indietro al via del Gran Premio di Interlagos, la classifica vedeva il team di Banbury in decima posizione in virtù del punto conquistato da Pascal Wehrlein in Austria: se la Manor fosse riuscita a mantenere la top 10, probabilmente ora staremmo parlando di altro. Dopo una stagione in cui finalmente il team di John Booth è riuscito a limitare i distacchi e a inserirsi con maggiore frequenza nelle lotte a metà gruppo – sia in qualifica che in gara – le premesse per il 2017 erano buone. Ma il finale è spietato: la Sauber – in crisi per tutta la stagione ma in crescita nelle ultime gare – riesce a piazzare Nasr al nono posto, relegando la Manor a fondo classifica e negando alla scuderia i 35 milioni di euro per il decimo posto finale.

Da qui, il passo dalla beffa di Interlagos alla chiusura era quasi scontato. In tutto questo, comunque, la Manor aveva già pronti due telai completi per la nuova stagione: il progetto per la nuova vettura era dunque a uno stadio avanzato (i tecnici avevano anche creato un modello in scala in galleria della nuova monoposto), segno che all’interno del team c’era fiducia per una possibile soluzione dei problemi economici. Ma ciò, evidentemente, non è successo. Qualche flebile speranza esiste ancora, visto che prima che la licenza del team venga definitivamente annullata possono essere saltati 3 GP, ma allo stato attuale è davvero difficile che qualcuno arrivi a salvare la situazione.

In questa storia ci perdono un po’ tutti: ovviamente ci perde la Manor, costretta a salutare il Circus dopo 7 stagioni, ma anche Nasr (colui che ha indirettamente sancito la fine della scuderia inglese) – ora sicuro di non trovare un sedile per la prossima stagione, dopo l’annuncio di Wehrlein in Sauber e la Formula 1 stessa, che vede tornare a 10 il numero di team sullo schieramento. E tutto questo fa tornare alla mente la fine del 2009, con cui la stagione che sta per iniziare ha qualche analogia. All’epoca, l’allora presidente Max Mosley decise per il ritorno dei team privati per aumentare il numero di monoposto in griglia dopo l’addio di alcune scuderie ufficiali: dei tre team che sbarcarono in Formula 1 nella stagione successiva, la Manor è l’ultima a perire (HRT fallita nel 2012, Lotus/Caterham nel 2014), e ciò testimonia come il tentativo di Mosley è fallito in pochi anni. L’idea di riportare questo tipo di scuderie nel Mondiale era sensata, ma si è semplicemente scontrata con il fatto che oggi non bastano passione e idee: la Haas, a tal proposito, è un ottimo esempio di come un progetto del genere debba essere impostato.

La Manor saluta la Formula 1 dopo aver disputato 122 gare, ottenendo 3 punti (2 conquistati da Jules Bianchi nel 2014 a Monaco, 1 da Pascal Wehrlein l’anno scorso in Austria) in 7 anni e chiudendo soltanto due volte in top 10 finale nella classifica costruttori, ottenendo come miglior piazzamento finale un nono posto (davanti a Sauber e Caterham) nel 2014.