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Procura di Torino, La Juventus non ha avuto legami con la ‘ndrangheta

È arrivata forse la parola fine sulla vicenda che vede la Juventus indagata per aver affidato ad un presunto boss della ‘ndrangheta pacchetti di biglietti delle partite casalinghe allo Juventus Stadium da suddividere agli ultras perché era un personaggio efficiente. Nel corso dell’inchiesta furono intervistati Francesco Calvo, ex responsabile del marketing bianconero poi passato al Barcellona, e altri due dirigenti, e nessuno disse di aver preso informazioni sull’interlocutore, che era stato presentato da un ex capo ultras poi indagato nell’inchiesta “Alto Piemonte“.

La Procura di Torino è infatti arrivata alla conclusione che non ci fosse conoscenza del legame di questa persona con la criminalità organizzata e per questo motivo, nel quadro dell’inchiesta “Alto Piemonte“, per la squadra bianconera non si configura nessun reato penale, ma solo possibili illeciti di natura sportiva. Gli atti dell’inchiesta sono stati trasmessi dalla Procura agli organi inquirenti della Figc.

Questo il comunicato stampa della società: “Juventus Football Club e il Presidente Andrea Agnelli, alla luce di alcuni articoli pubblicati in questi giorni, comunicano di aver affidato ai legali la tutela della propria onorabilità e rispettabilità.
Si precisa che la Procura della Repubblica di Torino ha avviato, e recentemente concluso, un’indagine su alcune famiglie ritenute appartenenti alla ‘ndrangheta alle quali si contestano oltre a reati contro persone e patrimonio, anche il tentativo di infiltrazione in alcune attività di Juventus Football Club. Si ricorda inoltre che nessun dipendente o tesserato è stato indagato in sede penale.
Si precisa altresì che, nel pieno rispetto delle indagini e degli inquirenti, la società ha sempre collaborato mantenendo uno stretto riserbo a tutela del segreto istruttorio.
Per quanto attiene alla giustizia sportiva, la società ha già dimostrato fattivamente la propria disponibilità a collaborare.”