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Brescia, la sconfitta con l’Avellino ha creato allarmismi

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Dopo la sconfitta subita sabato contro l’Avellino (la prima casalinga) sono sorti molti campanelli d’allarme in casa Brescia per un involuzione di gioco che fa storcere il naso a molti.

L’obiettivo di inizio anno non va assolutamente scordato come detto più volte dal presidente Triboldi e dall’amministratore delegato Sagramola: pensare alla salvezza e una volta centrato il traguardo, giocare ogni partita con lo spirito giusto per puntare a qualcosina in più. La squadra quest’anno, con l’avvento di Brocchi in panchina, pareva comunque candidata a un ruolo da protagonista visto il non elevatissimo livello della serie cadetta e l’ambizione di molti giovani interessanti, tra rilanci (come Bonazzoli) e conferme (Morosini su tutti).

Il Brescia nelle prime giornate gioca un ottimo calcio e raccoglie buoni punti confermando il Rigamonti come fortino inespugnabile, ma con il passare delle partite sembra perdere quello smalto che aveva contraddistinto i ragazzi terribili di mister Boscaglia l’anno scorso e l’undici di Brocchi quest’anno. I risultati sono comunque continuati ad arrivare e le lamentele sono ancora lontane, ma la tredicesima posizione in campionato mette la compagine lombarda a metà: più tre sulla zona play-out e meno tre dalla zona play-off.

La sconfitta di sabato però ha molti sintomi preoccupanti, su tutti l’atteggiamento molle e quasi svogliato del primo tempo. Il Brescia infatti è sceso in campo lasciando il pallino del gioco in mano all’Avellino, lesto dopo soli undici minuti a portarsi in vantaggio con Ardemagni. Nella ripresa qualcosa è migliorato e una sorta di reazione si è vista in campo, ma senza fare veramente male alla retroguardia avversaria. Dopo l’espulsione di Calabresi per doppia ammonizione però il Brescia si è di nuovo spento venendo punito in contropiede ancora da Ardemagni in pieno recupero.

Una partita persa non deve suonare da allarmismo, ma come i tifosi hanno espresso in uno striscione appeso fuori dallo stadio vogliono chiarezza sugli obiettivi in quanto una piazza come Brescia merita il palcoscenico della massima serie e vendere i migliori talenti non è di buon auspicio. Morosini si è accasato al Genoa, Bisoli pare molto vicino al Cagliari e i rinforzi (degni da sostituire i partenti) tardano ad arrivare.

Nella passata stagione il Brescia, con Boscaglia in panchina, aveva incantato in tutto il girone d’andata terminato quarto per poi spegnersi nel ritorno inanellando una serie di sconfitte che lo hanno rifilato nella parte destra della classifica. Ricordare il passato per migliorare il futuro: Brocchi non può permettersi un simile calo e le due prossime trasferte saranno decisive per delineare maggiormente l’obiettivo: solo salvezza o magari qualcosina in più?