Editoriali

Marco ha torto, ma…

Le dichiarazioni di Marco van Basten e le sue proposte per migliorare il calcio hanno fatto parecchio discutere.

L’ex tecnico di Ajax e AZ Alkmaar si è lasciato andare, in un’intervista al quotidiano tedesco Bild, a proposte audaci e per certi versi controverse. Pittoresche e fantasiose a dir poco, specialmente se si tiene a mente che ricopre il ruolo di responsabile dell’innovazione tecnologica della FIFA. Non l’ultimo degli esperti, né un qualsiasi ex calciatore che per arrotondare presenzia sui media e pontifica, ma un addetto ai lavori, le cui idee vanno prese sul serio, inquadrato nel giusto contesto. E, solo dopo, bocciate o promosse.

Viene da sorridere, nonostante tale cautela, al solo pensiero di abolire il fuorigioco. Snaturerebbe il gioco nelle sue basi, rendendo impensabile la partita di calcio per come la conosciamo. O almeno: da sola è una cosa che non serve a nulla, anzi. Andrebbe accompagnata a una rivoluzione a tuttotondo del football di cui non si sente il bisogno, ora come ora. Meglio pensare a ridurre la zona di campo in cui vige questa regola ma anche qui è tirata per il collo: ne possiamo fare a meno.

Come possiamo fare a meno, almeno per ora, di ridurre a 8 per squadra i giocatori delle giovanili. O del limite dei falli personali: la cosa pare cervellotica.

Insomma Marco ha torto ma…Non sempre.

Per esempio, quando parla del cartellino a tempo. Per dirla all’inglese e con la lingua del rugby – passione e perenne fonte di suggestioni per chi scrive – il sin bin: una sosta forzata, un’espulsione che dura 20′ (nel rugby, effettivi o quasi) e vale solo per certe situazioni di gioco. Chiaramente il calcio non le conosce tutte ma, se studiata per bene, può essere una novità serena e finanche necessaria: leverebbe un po’ di pressione ai direttori di gara, coprirebbe tutte quelle situazioni di grigio che riempiono una partita.

Parlo di quei cartellini che i telecronisti chiamano arancioni, le volte in cui tutto sommato a X è andata bene, chissà con un altro arbitro, alle volte in cui una via di mezzo tra ammonizione ed espulsione c’è o dovrebbe esserci.

E vorresti seguirla: via per 20′ (i 10′ del rugby non funzionerebbero qui) e tema tattico del match che cambia per colpa tua. Che però non hai fatto un fallo da espulsione eppure meriti qualcosa di più di un giallo che spesso sa di amnistia (specialmente pensando alla soggezione di certi giocatori per i grandi giocatori): una rivoluzione piccola ma epocale, paragonabile all’introduzione delle sostituzioni, o alle regole attuali sui retropassaggi al portiere.

Guardare agli altri sport si può e si deve, per farla breve, quando le situazioni sono simili e pensi sempre, guardando le partite, questa regola la vorrei vedere nel calcio.

Forse, si farà.

Published by
Matteo Portoghese