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Per Sadiku, Lugano è l’ultimo treno per il Paradiso

E così, il matrimonio che “s’aveva da fare” si è consumato: Armando Sadiku è tornato in bianconero. La notizia, come prevedibile, ha ridato entusiasmo ai tifosi, dopo la controversa vicenda Manzo. Certo, adesso la parola spetta al campo (e ci sarà ancora da aspettare): ma è indubbio che, a questi livelli, il centravanti albanese può davvero fare la differenza. E, a tale proposito, ne sanno qualcosa a Vaduz dove, lo scorso anno, i ragazzi di Contini trovarono, grazie ai gol dell’attaccante, la spinta decisiva per arrivare alla salvezza.

Già, la scorsa stagione. La stampa elvetica ha la memoria lunga e, al di là dei complimenti a Renzetti per la brillante operazione di marcato, la RSI ha subito chiesto al Pres perché la medesima non andò in porto nella stagione passata. Come andarono le cose, ce lo ricordiamo anche noi: Aleksandr Kerzhakov che arriva a Zurigo, il presidente Canepa che (anche per motivi di mercato) lascia libero Sadiku di cercarsi una squadra dove giocare titolare, per salvaguardare il suo posto nella nazionale albanese, alla vigilia della storica partecipazione a Euro2016. Il Lugano, squadra di provenienza del centravanti (e con il quale c’è un accordo economico sull’eventuale cessione a un terzo club del giocatore, come rivelato ieri da Renzetti proprio alla RSI), che passa la mano, preferendogli Karim Rossi, per attitudine e fisico più conforme ai dettami di gioco di Zeman.

L’epilogo, è storia nota: Rossi (curiosamente, vista la vicenda, contro lo Zurigo, a Cornaredo), si infortunò e, di fatto, non lasciò alcun segno del suo passaggio in riva al Ceresio (3 presenze, nessuna rete); Sadiku esordì, con il Vaduz, proprio in Ticino, dove mise a segno due reti e fornì due assist ai compagni, nel 2-5 finale, che aprì il tormentato girone di ritorno bianconero. Il destino volle, tra l’altro, che la cessione dell’albanese costasse cara soprattutto a Canepa: lo Zurigo, del tutto inaspettatamente, come sappiamo, fini tra i cadetti. I gol (non molti, per la verità) di Kerzhakov furono decisivi, più che altro, nella cavalcata vincente dei tigurini in Coppa svizzera; ma quelli dell’albanese, con la squadra di Contini, contribuirono, sicuramente, alla retrocessione dello Züri. Mai, a febbraio, il presidente dei tigurini avrebbe pensato di rinforzare una concorrente, facendo partire l’albanese per il Principato: ma questo è il calcio.

Oggi, le cose sono diverse. I tigurini viaggiano, in Challenge League, con il vento in poppa: 15 vittorie, 3 pareggi, nessuna sconfitta, che fanno 48 punti, e 12 di vantaggio sullo Xamax, secondo. L’eliminazione (ma con l’onore delle armi) dall’Europa League ha però tolto, al centravanti albanese, un palcoscenico privilegiato. La soluzione Lugano è così tornata d’attualità: certo, c’erano i trascorsi non idilliaci tra l’attaccante e il presidente, ai tempi del primo passaggio in bianconero. Tuttavia, la presenza di Tramezzani, nonché l’intelligenza e lo spirito pratico di tutti gli attori in gioco, hanno consentito di andare oltre. E, stamattina, Sadiku è tornato ad allenarsi sui campi di Cornaredo, e a giocare nella massima serie elvetica.

Renzetti, con questo colpo di mercato, spera, così, di chiudere definitivamente la pagina Manzo. Il presidente ha sofferto parecchio gli strascichi della vicenda: persino il Blick, come scrivevamo qualche giorno fa, lo ha bacchettato. Ma Lugano non è Sion, dove il vulcanico presidente Constantin ha un seguito assoluto da parte della tifoseria. In più, c’è anche l’aspetto economico: in Ticino ci sono altre tre squadre di calcio di grande tradizione, rivalità, la concorrenza dell’hockey. E, diciamolo, un pubblico competente, e anche esigente. La speranza è che arrivino i risultati, e che la gente torni a Cornaredo, anziché andare a San Siro.

La palla, a questo punto, è soprattutto tra i piedi del centravanti albanese. Sadiku, a maggio, compirà 26 anni: se vuole fare il salto, definitivo, in un campionato di prima fascia, si trova davanti, probabilmente, all’ultimo treno disponibile. Dalla sua avrà la voglia, un allenatore che conosce, e un gruppo che potrebbe aiutarlo a fare bene. Nella cittadina del Sottoceneri, tra l’altro, hanno appena ristrutturato la stazione ferroviaria, in occasione dell’apertura di AlpTransit: il treno, quindi, è sul binario. Sta all’attaccante decidere se salirci, o meno: il biglietto è la salvezza del Lugano, a suon di gol.