Editoriali

Un’Inter giovane e italiana: ma sarà anche vincente?

Per vedere un’Inter più italiana e giovane era necessaria una presidenza cinese. Sembra quasi una barzelletta, ma Suning ha rimodellato l’assetto societario a 360 gradi, rendendolo più internazionale, andando invece nella direzione opposta per quanto riguarda la rosa da schierare in campo. E così, nonostante i vincoli del Fair Play Finanziario ancora in atto sino al giugno 2017, Roberto Gagliardini vestirà un’altra maglia nerazzurra per una cifra vicina ai 25 milioni di euro. L’ipotesi più probabile è un prestito molto oneroso (5-7 milioni) con diritto di riscatto (e non obbligo, sempre per motivi legali legati al FPF) pari a 20 milioni circa. Un’operazione molto onerosa, favorita dalle molto probabili uscite di Gnoukouri, Santon, Jovetić e Felipe Melo.

Al di là delle motivazioni patriottiche e nazionaliste, che a Suning credo interessino sino a un certo punto, Zhang si è perfettamente reso conto che in Italia c’è una squadra che sta dominando da un lustro, e non essendo un uomo di calcio navigato la cosa più facile per arrestare questo digiuno di trofei è provare a replicare quel modello. La Juventus, negli ultimi anni, ha avuto sostanzialmente il monopolio sui giovani italiani di livello (escludendo Donnarumma e compagni rossoneri) e l’Inter adesso si è inserita prepotentemente in questa nicchia di mercato. Nicchia perché i giovani italiani costano moltissimo, lo stesso Gagliardini ha mostrato potenziale e nel sistema Atalanta ha dimostrato di essere un buon giocatore, ma non è lontanamente paragonabile a un top player (in questo momento, lo sottolineo ancora una volta) né può cambiare il volto del centrocampo nerazzurro sin da subito. Il mercato è cambiato radicalmente, è difficile andare a trovare il Vidal sul mercato a una decina di milioni, per non parlare di Pogba che rappresenta un’eccezione storica. Dovesse essere riscattato, Gagliardini peserebbe sul bilancio nerazzurro per una trentina di milioni, ingaggio escluso: poco meno della cifra che il Real Madrid spese nel 2012 per prelevare Luka Modrić dal Tottenham. Questo non per bistrattare l’operazione di mercato condotta da Ausilio, ma semplicemente per constatare due dati: il mercato negli ultimi due anni è letteralmente impazzito e, in generale, gli italiani costano di più rispetto ai pari età stranieri.

Lo stesso Kondogbia, e parliamo del giugno 2014, è stato prelevato per 30 milioni più bonus. Il francese, però, era reduce dalla buona esperienza a Siviglia e quella ottima in Francia, al Monaco, dove dominò il centrocampo bianconero nella doppia sfida di Champions e si dimostrò una rivelazione a livello internazionale. C’è un’altra considerazione da fare: i bianconeri hanno sì dimostrato di avere sostanzialmente il controllo di moltissimi giovani italiani, ma quanti effettivamente hanno poi indossato la maglia bianconera con continuità? Un numero piuttosto basso, mentre sono comunque arrivati investimenti importanti per rafforzare l’undici iniziale: Alex Sandro, Dybala, Mandžukić, Higuaín prelevati per cifre importanti (se non astronomiche), mentre Khedira e Dani Alves sono arrivati a parametro zero con stipendi, però, decisamente alti. Non basta quindi italianizzare la rosa e ringiovanirla per poter competere, serve percorrere entrambe le squadre con equilibrio e, soprattutto, competenza.

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Alessandro Lelli