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La Supercoppa (كأس السوبر)

Marc Stephan / Shutterstock.com

Ancora qualche ora e sarà Juve-Milan. La ventinovesima edizione della Supercoppa Italiana si disputerà a Doha, in Qatar, come nel dicembre 2014 quando i bianconeri, sempre presenti da sei anni a questa parte, persero ai rigori contro il Napoli.

E questa sfida non è partita coi migliori propositi. I rossoneri, a causa di un problema al volo di martedì, sono stati costretti a rimandare la partenza di un giorno. Galliani si è già crocefisso. Il danno subito, secondo il dirigente del Milan, è gravissimo. Il che ci sta tutto. Ma se sei lo stesso gentiluomo di Marsiglia nonché l’amministratore delegato della candidata perdente, le tue parole saranno immediatamente interpretate come una forma di “paraculaggine”.

Una tirata d’orecchi, forse, sarebbe eccessiva ma, dal canto nostro, sorge spontanea una domanda: era così inevitabile una finale di Supercoppa Italiana a Doha? Effettivamente, non c’è una tradizione. La sfida fra le vincitrici è stata giocata ovunque. Qatar, USA, Libia, Cina hanno ospitato la partita senza mai renderle, però, il giusto lustro. L’atteggiamento delle contendenti, d’altro canto, non è mai stato dei migliori perché l’impegno, di regola, è catalogato sotto “calcio d’agosto”. Ma un trofeo in ballo c’è. Eccome.

E allora perché volare così lontani per un incontro così nostro? Ovvio, denaro.

No dai, non facciamo quelle facce indignate. Che saranno mai le buche Shanghai, il caldo di East Rutherford o la sabbia di Tripoli di fronte a un bell’incasso? Probabilmente non ci rendiamo conto di quanto sia triste, in realtà, vedere una partita così importante un venerdì pomeriggio di dicembre. Tutti in giro a far compere per gli ultimi regali di Natale mentre Juventus e Milan si giocano una Supercoppa. Una partita che, anni fa, era attesa come la prima della nuova stagione.

Come riporta Calcioefinanza.it il giro d’affari è enorme: quasi tre milioni di euro da spartirsi fra Milano e Torino con il 10% alla Lega che punta a ingraziarsi nuovi mercati esteri. Oltre a noi, solo i francesi svendono la propria Supercoppa. Inglesi, Spagnoli e Tedeschi tutti a casa propria. E non che le nostre gare siano più o meno avvincenti, anzi, ritroviamo sempre le solite squadre che, molte volte, vedono zoppicare nelle competizioni europee.

Stupirsi non serve più. Vendersi al miglior offerente non sempre è la scelta migliore per impreziosire. Anzi, rischi rischi di perdere la tua italianità, quella che ci distingue nel mondo come made in Italy e di cui tanto andiamo fieri. Ma nonostante tutto ci si piega sempre, l’importante è che paghino bene e possibilmente in euro.

Buona كأس السوبر a tutti!