Ha le idee chiare, il nuovo allenatore del Djurgården, Özcan Melkemichel, che i redattori della testata Svenskafans hanno incontrato allo Stadio Olimpico di Stoccolma, l’impianto storico degli Järnkaminerna, per un’intervista esclusiva. Mancano ancora mesi all’inizio dell’Allsvenskan (si partirà il primo fine settimana di aprile, sono già stati sorteggiati i calendari), ma il nuovo allenatore è già al lavoro, negli uffici della società, che si trovano nel vecchio impianto della Capitale svedese.
Di origini turche, ha giocato nel Syrius (società nell’orbita della comunità di immigrati dal paese asiatico in Svezia), smettendo nel 1992, per un infortunio. Lo scorso anno, è stato l’artefice della promozione in Allsvenskan dell’AFC United, che il prossimo anno giocherà come Eskilstuna. “Credo di essermi meritato questo incarico” esordisce il tecnico. “Ho ottenuto risultati, sono un decisionista, abituato a prendermi le mie responsabilità. Lavorerò per far capire ai giocatori, il prima possibile, cosa voglio da loro.”
“Do molta importanza alla fase difensiva: nel mio progetto di calcio, applico il pressing, la velocità, le ripartenze. Bisogna essere capaci di riconquistare palla, e poi ripartire, veloci e imprevedibili. Dobbiamo rendere difficile, per gli avversari, interpretare in anticipo le nostre giocate in avanti: dovranno leggerci con estrema difficoltà. Una buona fase offensiva nasce da un’ottima fase di contenimento: poi, bisogna che chi riconquista la palla, sia in grado di giocarla nel miglior modo possibile.”
“Non ho uno schema fisso. Ho provato a giocare col 4-2-3-1 e il 4-4-2, ma non sono bloccato su queste opzioni. Penso che l’allenatore, in panchina, debba avere sempre delle soluzioni alternative: un piano A, B e C. Non devo aspettare di essere sotto di due gol nel primo tempo per imporre dei correttivi: la squadra deve sapere che io, da bordo campo, vedo le cose, e che, se sono in difficoltà, posso cambiare modulo e interpreti. Nel dibattito su quanto sia importante l’allenatore, io credo che lo sia molto. Si deve stare con i giocatori, ascoltarli, insegnare loro la tattica, coinvolgerli se serve. Credo sia un buon sistema per tenere in mano lo spogliatoio.”
“I tifosi si aspettano molto, come è giusto che sia. Credo sia importante stabilire con loro una buona comunicazione, costruttiva, e di dialogo. Con la società, costruiremo tutto questo. Ora la priorità è sulla squadra: va costruita, vedremo cosa faremo sul mercato, ma le basi sono buone. Vorrei maggiore qualità (Källström? Se ne parla da tempo, come avevamo anticipato – ndr). Io mi sono posto, come obbiettivo, di vincere il campionato. Cosa ci starei a fare qua, sennò? Siamo tra le prime tre, vorrei poter essere in grado di raggiungere l’obbiettivo in due anni al massimo.”
“Per quest’anno, vorrei cominciare a battere le altre squadre di Stoccolma. Adoro queste partite. Non bisogna dimenticare che la tattica, in questi casi, è fondamentale. Molti chiacchierano che vogliono di più, la maggiore spinta, gli stimoli di queste gare, bla bla bla... Sono stupidate (‘Det är skitsnack’ nel testo originale… molto più diretto – ndr). La grinta la metti in tutte le partite. È necessario avere dannatamente le idee chiare su ciò che si vuole, e come ottenerlo. Spesso si tratta di piccoli, piccolissimi dettagli che fanno la differenza tra vincere e perdere questa partite. Lo dico prima, so che mi si potrebbe rivoltare contro, ma prometto che vinceremo nel derby!”
Insomma, idee chiare. I tifosi aspettavano da tempo che la società si candidasse alla vittoria del massimo torneo che manca ormai dal 2005 (quando venne realizzata la storica doppietta campionato-coppa). Ovviamente, incideranno molti fattori, dal mercato alla forza degli avversari. Di sicuro, questo è il primo guanto di sfida lanciato al Malmö campione. Staremo a vedere.