Lugano, Manzo: “Le critiche fanno parte del gioco: sono pronto e carico”
Dal nostro inviato a Lugano (CH)
Scontata la squalifica di tre giornate, rimediata dopo la partita casalinga contro il San Gallo, Andrea Manzo torna in panchina per l’ultima giornata del girone d’andata, che vedrà il suo Lugano di scena al Letzigrund di Zurigo, contro il sempre ostico (soprattutto in casa) Grasshopper di Pier Tami.
Il tecnico, nella sala stampa di Cornaredo, appare visibilmente emozionato: le polemiche degli ultimi giorni, con lo spettro dell’esonero in caso di risultato negativo a Zurigo, hanno evidentemente lasciato il segno. “Personalmente sto bene, sono sereno come sempre, con la consapevolezza che nel calcio contano i risultati, più che il lavoro che c’è dietro. Domenica il presidente tirerà la linea, e io accetto tutto, come ho sempre fatto. Sono carico, e ho come unico interesse che il Lugano faccia il giro di boa con il maggior numero di punti possibile.”
“Nove partite senza vittorie sono un dato oggettivo. Domenica, nel primo tempo, c’era confusione in campo? Credo che fosse anche tensione, in questi casi il pallone pesa sempre un po’ di più. Se ho delle responsabilità? Non ci ho ancora pensato, francamente. Certo, a volte siamo stati un po’ impulsivi in panchina, di fronte a certe decisioni arbitrali. Siamo concordi che non sia un bel comportamento; però, nello stesso tempo, ai ragazzi dai una carica che, poi, sul campo, si vede. Se andiamo a vedere il nostro cammino, vedremo che abbiamo recuperato delle partite e messo in difficoltà squadre come il Basilea, dopo che eravamo andati sotto: conta, in questi casi, anche la carica che sai trasmettere.”
Abbiamo fatto una constatazione, con il tecnico del Lugano: considerate le partite che giocheranno le avversarie dirette (derby per il Thun, scontro diretto Losanna-Vaduz), la sua squadra potrebbe terminare il girone d’andata in posizione dignitosa, qualunque sia il risultato di Zurigo: “Loro sono una squadra giovane, ma che può contare su tre o quattro elementi di qualità ed esperienza. I miei si muovono in base al mio modo di pensare calcio, e mi sembra che abbiano un’identità. Fate voi l’analisi generale, cosa volete che risponda? Sono convinto di aver fatto un buon lavoro: ho visto dei ragazzi crescere. A loro ho dato qualcosa calcisticamente parlando; per quanto riguarda l’aspetto umano, sono cose personali. La squadra anche domenica ha provato dei movimenti, pur nella difficoltà psicologica nella quale si è trovata: sono ragazzi che corrono, abbiamo recuperato in dieci col Thun dopo aver preso un gol al 90′, sempre in dieci abbiamo sfiorato il 2-2 a Vaduz.”
La conferenza stampa è poi proseguita: “Le osservazioni del presidente sul numero di allenamenti non sono sbagliate: ci siamo adeguati. Su queste cose credo sia giusto costruire; su questo tipo di osservazioni sono pronto a discutere, e adeguarmi. Le troppe espulsioni? Non è questione di inesperienza: ci è cascato anche Sulmoni. Non sto difendendo Ceesay o Aguirre, o sparando su Fulvio. Ci sono a volte circostanze, nelle quali si commettono degli errori, gravi come quando prendi gol lasciando un uomo da solo. Si vince, e si perde, da squadra.”
“Rinforzi? Se il presidente li ha promessi, arriveranno. Nel momento in cui si dovrà parlare di dove ritoccare, guarderemo il dettaglio. La rosa attuale, secondo me, ha delle qualità. Purtroppo sono venuti a mancare contemporaneamente Sabbatini e Piccinocchi, che sono adatti a ricoprire un ruolo, dove altri centrocampisti non riescono invece a ottenere gli stessi risultati, avendo caratteristiche diverse. Per me, comunque, i giocatori che ho vanno bene, l’ho sempre detto. Per domenica non potrò contare, oltre che sugli squalificati, neppure su Rosseti: deciderò all’ultimo momento chi far giocare.”