dal nostro inviato allo stadio “Franco Scoglio” di Messina.
Come di consueto, i protagonisti della gara odierna, valida per la 17/a giornata del Girone C di Lega Pro, Messina-Lecce terminata col risultato di 0-3, si sono presentati in sala stampa per le dichiarazioni di rito a commento dell’incontro.
Il primo a intervenire è stato il tecnico del Lecce Pasquale Padalino: “Sulla carta le partite sembrano già segnate, ma nulla è scontato e lo dimostrano i risultati. La sorpresa semmai è per quelli che non conoscono il campionato e si permettono il lusso di dare per vinte o perse certe partite. La reazione dopo Matera non poteva che esserci: oggi ci siamo ripresi da grande squadra; è stato un incidente di percorso e non può fermare una compagine che è stata costruita ex novo per vincere il campionato. Sono contento per la risposta della squadra, soprattutto quella data a se stessa. Il Messina che aspettava sotto la linea della palla e me lo aspettavo: all’inizio c’era un po’ di tensione e le due squadre sono partite frenate. Abbiamo gestito bene la partita e il primo posto premia gli sforzi e serve a far capire che una sconfitta non deve togliere entusiasmo. Oggi la Juve Stabia ha perso ad Andria a dimostrazione che risultati scontati e vittorie facili non ce ne sono. Il percorso è ancora lungo e sono contento per la maturazione complessiva di tutto l’ambiente leccese. Nella mia gestione di gruppo non ci sono riserve: Fiordilino, Tsonev e Persano sono giovani, ma ci danno delle grandi certezze e volevo utilizzare quelle energie fresche in una gara difficile come quella di oggi. Avevo bisogno di forze fresche e, soprattutto, di giocatori che non avessero il macigno della sconfitta col Matera sulla testa“.
Poi è stata la volta di Gomis e Persano. Il primo: “Arrivavamo da una brutta pagina, quella col Matera. Era importante reagire e oggi abbiamo dimostrato di farcela e ci teniamo stretto il primato. Rispettiamo gli avversari e non modifichiamo il nostro modo di giocare davanti a nessuno. Oggi, siamo stati premiati per la vittoria e il primato in classifica“. Il secondo: “Venivamo da una sconfitta pesante e volevamo rifarci subito e mettere da parte il capitolo Matera. Volevamo i tre punti e siamo contentissimi anche per il primo posto in classifica. Il campo non ci permetteva di fare il nostro gioco e abbiamo preferito fare lanci lunghi e sfruttare le ripartenze. Abbiamo chiuso il primo tempo sul 2-0 ed è stato tutto più facile. Dedico il gol a mio padre e alla mia famiglia. Sono del parere che bisogna farsi trovare sempre pronti; ho compagni di squadra dai quali posso imparare tanto e appena c’è l’occasione si deve essere propositivii“.
Infine, il tecnico dei peloritani Cristiano Lucarelli: “Abbiamo preso fischi e insulti e non mi meravigliano: è normale che i tifosi siano arrabbiati. Abbiamo i nostri limiti, ma a volte diamo la sensazione di non mettere gli attributi e non è vero. Continuiamo ad avere arbitraggi scadenti che condizionano la partita
e ci siamo rotti le palle di certe decisioni: ogni domenica veniamo penalizzati da decisioni assurde e io non ci sto a subire e basta. Continuo a rimanere zitto però il mio lavoro settimanale viene vanificato costantemente da decisioni arbitrali e ne ho le palle piene, oltre i nostri limiti. Col Fondi, col Melfi e oggi: io non ci sto e sono stanco di sentire parlare di possibili ritorsioni.
Io ci metto la faccia perché voglio tutelare la squadra: io sono il responsabile e rispondo io delle sconfitte perché ho le spalle larghe per prendermi le domande, le polemiche e le critiche. A Messina piaccciono le persone che ci mettono la faccia e io sono contento di farlo.
Per venti minuti a me il Messina è piaciuto e quello che eravamo riusciti a costruire dal punto di vista della tenuta mentale, queste due sconfitte ce le hanno tolte. Ma a volte mi chiedo: senza l’errore dell’arbitro avremmo perso lo stesso? Non potrò mai saperlo ed è un peccato perché altrimenti saprei dove intervenire.
Sono partite drogate e fortemente condizionate dall’arbitraggio. I ragazzi sono fragili mentalmente e con l’ennesimo torto si va in svantaggio e diventa difficile reagire“.