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ESCLUSIVA – Drake Diener e Capo d’Orlando, uniti dal coraggio di lottare per i propri sogni

Drake Diener torna dopo otto anni a Capo d’Orlando e si racconta sulle nostre pagine, parlando anche della squadra siciliana e di come sia cambiata nell’ultimo periodo. L’Orlandina infatti, come ha ribadito anche Diener, è una squadra che lotta e che finalmente sta puntando in alto, grazie a dei giocatori che lavorano bene insieme e che si stanno impegnando sempre di più, guidati da coach Di Carlo.

Drake nasce in una famiglia dedita allo sport: il padre Dick, lo zio e il fratello hanno alle spalle una carriera da allenatore; mentre il cugino Travis Diener è stato suo compagno di squadra a Sassari.
Specialista nel tiro dalla distanza, Drake ha da poco raggiunto i 4000 punti segnati in Serie A ed è lo straniero in attività che ha realizzato più canestri nel campionato italiano. Inoltre, il suo record personale è di 44 punti, segnati nella gara Sassari-Venezia della stagione 2013/14.

Quest’anno è tornato quindi a Capo d’Orlando, accolto con grande entusiasmo e, reduce da alcuni recenti problemi di salute, si sta rimettendo in carreggiata per contribuire al meglio per il futuro di una delle squadre-rivelazione della stagione 2016/17.
Il passato di Diener (come si sa) è stato segnato da una brutta malattia, il morbo di Crohn, che lo ha costretto a fermarsi per un periodo e a subire diverse operazioni. Drake, però, non si è lasciato abbattere e ha ripreso in mano la sua vita con coraggio e con determinazione, forte anche del sostegno familiare.

  • Dopo otto anni, sei tornato a vestire la maglia dell’Orlandina; nel mezzo tante esperienze che ti hanno portato a essere il campione che sei oggi, tra tutte Sassari e Reggio Emilia. Che differenze hai trovato riguardo all’ambiente, rispetto agli anni in cui avevi già giocato in Sicilia?

“La città, come otto anni fa, mi ha accolto davvero bene e tutti sono gentilissimi con me. È cambiata invece la società, che ha acquisito molta più consapevolezza e professionalità, grazie anche alle esperienze passate.”

  • Rispetto allo scorso anno in questo periodo, anche a livello di classifica, Capo d’Orlando sembra essere una squadra più affiatata. Su cosa state lavorando principalmente durante gli allenamenti?

“Capo d’Orlando è una buona squadra: lavoriamo bene insieme e siamo un bel gruppo di giocatori, con tantissima voglia di migliorare ogni giorno sempre di più e di dare il massimo in ogni gara. Io ho avuto, purtroppo, qualche piccolo problema fisico ultimamente e sto ricominciando adesso ad allenarmi piano piano, ma la squadra sta facendo davvero un ottimo lavoro.”

  • Quale pensi sia il giovane più promettente dell’Orlandina?

“Stojanović è un ragazzo di 19 anni, è difficile dire cosa gli riserverà il futuro, ma è un giocatore molto forte e di qualità. Ha un talento incredibile però anche Fitipaldo, che sta vivendo la sua prima esperienza in Europa. Non posso non menzionare, infine, anche Iannuzzi. È un ragazzo che sta dando tantissimo alla squadra, aiutandola molto. Questa è la sua prima stagione in Serie A e si sta dimostrando un giocatore serio e professionale.”

  • Importante e, di certo, non facile nella tua carriera è stato sicuramente lo stop dovuto ai tuoi problemi di salute. Con il coraggio che ti contraddistingue, sei riuscito ad andare avanti continuando sempre a giocare e a non mollare. Quale consiglio ti senti di dare a un giovane sportivo che si ritrova costretto a uno stop forzato per i problemi di salute?

“Per quel che riguarda la mia esperienza, io ho sempre guardato avanti e, giorno dopo giorno, con il supporto della mia famiglia ho affrontato i problemi. Nel mondo ci sono persone con condizioni di salute molto più gravi delle mie e io mi sento fortunato; gioco a pallacanestro come professionista e questo è un privilegio. Io mi sento di consigliare ai ragazzi fermi a causa di un problema di salute di combattere, di vivere e di guardare avanti; con la forza si può superare tutto.”

  • Lo scorso anno, anche se per un breve periodo, hai vissuto in Spagna. Quali credi siano le principali differenze tra il campionato spagnolo e quello italiano?

“Innanzitutto, in Spagna, ci sono solo 5-6 squadre molto forti, le quali si distanziano nettamente dalle altre. In Italia, fino a qualche anno fa, era anche così; ora, invece, il campionato è molto più equilibrato. Poi, anche l’atmosfera è totalmente diversa. Io preferisco l’ambiente italiano, perché la gente ha tanta passione e si riesce a giocare meglio, con più entusiasmo intorno a noi. In Spagna, al contrario, l’atmosfera non è così calorosa.”

  • E sulla nuova formula dell’Eurolega qual è il tuo pensiero? Credi che Milano possa reggere il ritmo e dominare il campionato fino alla fine della stagione?

“So che è difficile per loro, adesso la formula prevede solo sedici squadre che giocano ben trenta giornate ciascuna, ma Milano ha tutte le carte in regola per andare bene sia in Italia, sia in Europa.”

  • Qual è l’obiettivo che ti prefiggi di raggiungere entro la fine del campionato?

“Io e i miei compagni, all’inizio, pensavamo solamente alla salvezza, adesso spero invece che abbiamo capito che siamo abbastanza forti per combattere e puntare alla Final 8. Questo è il nostro (e, quindi, anche il mio) obiettivo adesso.”

IL CALENDARIO DELLA NONA GIORNATA

Sassari-Cremona sabato ore 20:30
Pesaro-Trento domenica ore 12:00
Capo d’Orlando-Varese domenica ore 17:15
Avellino-Brindisi domenica ore 18:15
Cantù-Torino domenica ore 18:15
Milano-Pistoia domenica ore 18:15
Venezia-Caserta domenica ore 18:15
Brescia-Reggiana domenica ore 20:45