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Internazionale in che senso, scusi?

cristiano barni / Shutterstock.com

Le belle cose viste nel derby, in primis un’organizzazione di gioco che sembrava poter essere perlomeno accettabile, son andate perse nel pomeriggio di un giovedì nero per l’Inter. Pardon, un altro giovedì nero, perché è vero che le responsabilità principali dell’eliminazione nerazzurra dall’Europa League non possono ricadere esclusivamente su Pioli, ed è anche vero anche che il neo tecnico nerazzurro ha bisogno di tempo per lavorare; però, è soprattutto vero che questa è una squadra che nella doppia sfida con l’Hapoel Beer Sheva ha beccato cinque gol, e questo è un qualcosa che – a prescindere da chi c’è in panchina, in dirigenza, o da chi va in campo – non è ammissibile.

Pesante tanto quanto il 2-0 di San Siro, il flop in terra d’Israele; soprattutto perché l’Inter aveva dato la sensazione di poter vincerla facilmente questa partita, avanti di due reti e non solo: capace anche di un gioco convincente. Invece, la solita amnesia che fa crollare la testa, intreccia le gambe, e fa in modo che i tre punti vengano lasciati lì, sul campo di una squadra di gran lunga meno qualitativa.

Problemi, dunque, problemi seri da risolvere per Pioli, che ha provato a mettere grinta e convinzione nelle gambe di un gruppo che sì, ha qualità, ma non ha carattere, e dovrà trovarlo, d’ora in avanti, magari appoggiandosi anche a questa eliminazione dall’Europa League che potrà consentire all’allenatore di lavorare con più calma, di settimana in settimana, senza doversi preoccupare degli impegni infrasettimanali in giro per il Vecchio Continente.

Problemi, dunque, da risolvere, e situazioni da capire meglio, in primis quella di Gabigol, pagato a peso d’oro ma ancora non pronto, o forse non adatto, chissà; di certo, non valorizzato a dovere, finora, da un’Inter che torna a Milano leccandosi le ferite, ancora una volta, in questa stagione iniziata nella maniera peggiore che chiunque potesse anche solo pensare. Da Mancini a Pioli, passando per De Boer, con la parentesi Vecchi: quattro allenatori per una squadra che ora non ha assolutamente sostanza. E nessuno prenda d’esempio il carattere nel derby per avanzare assurde ipotesi di immediata rinascita, perché quelle son partite a sé. Lunga è la strada da percorrere, per Pioli e i suoi ragazzi. Si può provare a risistemare la stagione, certo. Ma errori, anche fin troppo banali, come quelli fatti finora, davvero: non dovranno essercene più.