Una volta tanto, a sud del Gottardo, non si è parlato di arbitri. La direzione di gara, a Lucerna, è stata discreta: e se qualcuno ha da recriminare, sono forse i padroni di casa, considerato che, rivisto in televisione, l’intervento in area bianconera di Mariani, nei minuti penali, è apparso sanzionabile con la massima punizione. Tuttavia, con molta intelligenza (in fondo avevano vinto, ma alle nostre latitudini, come sappiamo, non sono comportamenti scontati), gli svizzero tedeschi hanno sorvolato sull’episodio, almeno per quello che abbiamo ascoltato in sala stampa.
Il Lugano, insomma, ha disputato un buon incontro, nonostante le assenze. Andati sotto nei primi minuti (le palle inattive, quest’anno, sono davvero un problema: è la settima volta, in stagione, che i sottocenerini incassano reti di questo tipo), i ticinesi hanno reagito bene, senza scomporsi e, tutto sommato, senza subire troppo gli avversari, che pure hanno una linea avanzata di buona qualità. Il temuto Marco Schneuwly ha sofferto parecchio la morsa dei due centrali luganesi (peccato che la prestazione di Rouillet sia stata macchiata dai due errori, in occasioni delle reti avversarie), e anche Itten ha fatto poco. I due esterni difensivi hanno fatto una partita di sostanza, concedendo pochi spazi.
In mezzo al campo, come previsto alla vigilia, è mancata la fantasia di Piccinocchi e Sabbatini, e palloni davanti se ne sono visti pochini. Peccato, perché la difesa lucernese è sicuramente perforabile, e Aguirre e Rosseti (buona la percentuale realizzativa dell’attaccante della Juventus: un gol ogni 3,5 tiri), se opportunamente innescati, sono sicuramente temibili. Purtroppo, Črnigoj e Vécsei, in fase d’impostazione, sono carenti, e Mariani (che pure ha giocato una bella partita) non ha la creatività dei due compagni rimasti in tribuna per infortunio. Alioski è apparso, domenica, in leggera fase calante: l’esterno resta, ovviamente, il pezzo pregiato della squadra, ma ha la caratteristica di dialogare poco con i compagni. E, quando mancano i centrocampisti più fantasiosi, questo difetto pesa di più nell’economia della squadra sottocenerina.
Si torna, insomma, dalla Svizzera centrale senza punti, ma con la consapevolezza che la squadra ci sia, a livello di prestazioni e di anima. La speranza, è quella di recuperare qualche infortunato eccellente, in modo da poter migliorare, soprattutto, la fase d’impostazione. Dobbiamo dire, tra l’altro, che il momento migliore dei bianconeri, a nostro parere, è stato quello, a inizio ripresa, con il cambio di modulo (c’è chi ha visto un 4-2-3-1, ma per noi era un 4-4-2).
Intendiamoci: si tratta di uno schema “proletario”, molto meno raffinato di quello a tre punte, che pure ha regalato tante soddisfazioni (e, soprattutto, bel gioco). Però, in quel momento, è stata la scelta giusta. Non è un caso che la rete del momentaneo pareggio sia venuta da una percussione di Mariani sulla fascia, e che i bianconeri abbiano poi creato anche qualche pericolosa ripartenza sull’1-1. Insomma, un gioco di sciabola. Arma che i padroni di casa, infatti, hanno usato alla fine, con Babbel che ha mandato in campo un Puljić caricato, viste le recenti polemiche (escluso dall’undici titolare per motivi disciplinari), mentre, purtroppo, i bianconeri impugnavano nuovamente il fioretto (sul contrasto che ha generato il calcio d’angolo fatale, forse Mariani avrebbe potuto essere più deciso).
In conclusione, serve la sciabola, in determinati momenti e, soprattutto, quando hai gli uomini contati. La squadra ha fatto bene con i quattro centrocampisti, che spingevano sulle fasce e coprivano, al centro, con i muscoli di Vécsei e Črnigoj, la retroguardia. Contro squadre poco tecniche ma fisiche (come, appunto, il Vaduz, che i ticinesi troveranno domenica, per una partita che, quasi alla fine del girone d’andata, sarà molto importante per la classifica), i sottocenerini dovranno, magari, indossare la tuta degli operai, e giocare molto sulle ripartenze.
I bianconeri si ritroveranno in campo, oggi, alle 15, e in seguito effettueranno sedute di allenamento tutte le mattine (escluso giovedì, quando gli appuntamenti saranno di mattina e pomeriggio). La gara di domenica contro il Vaduz, al Rheinpark, è, infatti, di quelle da non sbagliare: la squadra di Contini, ultima in graduatoria, viene da numerosi risultati negativi (3 sconfitte, un pareggio e una vittoria negli ultimi 5 incontri, con la bellezza di 14 gol subiti contro solo 4 segnati). Uscire imbattuti dal Principato (o, meglio ancora, con i tre punti) sarà molto importante, per l’economia complessiva della stagione.