Prima le necessarie garanzie, poi il rinnovo del contratto. Luciano Spalletti non ha fretta, e prima di apporre la firma sul prolungamento con la Roma vuole, dalla società, le opportune rassicurazioni. C’è da rinforzare la squadra, c’è da capire cosa si farà sul fronte stadio, c’è da attuare una strategia che possa portare la squadra ai vertici del calcio nazionale e non solo, anche al pari delle grandi squadre europee. Perché è soprattutto questo il tasto dolente, l’incapacità di imporsi in Europa, nella grande Europa, in quella Champions League in cui si voleva provare a fare qualcosa di serio, quest’anno, e invece si è finiti di nuovo a leccarsi le ferite, a causa di una clamorosa ingenuità che ha portato i giallorossi fuori dalla più grande competizione continentale nonostante un avversario, il Porto, che era decisamente alla portata.
Dunque, pretende garanzie, Spalletti. Necessarie per prolungare un rapporto che non è stato sempre rose e fiori, vedere l’astio iniziale con Totti, poi quietatosi anche grazie a quanto fatto dal capitano sul campo soprattutto sul finire della scorsa stagione. Una situazione in divenire che passerà anche per il mercato di Gennaio, quando bisognerà scegliere una pista da seguire soprattutto in seguito all’impegno di Salah in Coppa d’Africa. La presidenza sembra non intenzionata a spendere, facendo forza su un reparto attaccanti comunque abbastanza folto (Iturbe, per esempio: quest’anno di fatto mai utilizzato). L’allenatore, invece, è palese che dica una cosa ma ne pensi un’altra: lo vuole eccome un sostituto dell’egiziano, soprattutto se si rende conto che la Juventus non è davvero imprendibile.
In sostanza, il progetto di Spalletti ha bisogno di una presenza seria e costante da parte della dirigenza. Il tecnico vuole ridare lustro al marchio giallorosso, ma è ovvio che non soltanto il mero aspetto tattico faccia la differenza. C’è bisogno di spessore tecnico, dato da un mercato intelligente, e da una strategia chiara. Quella che dovrà portare la Roma almeno al pari della Juventus. In Italia, e soprattutto in un’Europa, di questi tempi, in casa giallorossa, decisamente avara di soddisfazioni.