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Tennis, l’annus horribilis del movimento italiano

L’anno tennistico per i colori azzurri è praticamente concluso visto che la finale di Coppa Davis e le ATP World Tour Finals sono fuori dalla portata dei nostri giocatori: abbiamo provato così ad analizzare la stagione appena trascorsa.

Partendo dalle due squadre, non è stato un anno brillante soprattutto per quanto riguarda la Fed Cup. In campo femminile infatti la nostra compagine (che dall’anno prossimo non sarà più allenata da Barazzutti, ma dalla Garbin) ha perso al primo turno contro la Francia per poi trovarsi così a giocare (e perdere malamente 4-0) lo spareggio per rimanere nel World Group a cospetto della Spagna. Tra i maschi la nostra squadra di Coppa Davis ha battuto la Svizzera (priva di Wawrinka e Federer) al primo turno prima di uscire contro l’Argentina, futura finalista insieme alla Croazia.

In campo singolare, le cose non sono sicuramente andate meglio: sono mancati infatti gli acuti e le certezze che si speravano di aver maturato nel corso degli anni passati. Camila Giorgi non ha saputo dare continuità al suo gioco, Sara Errani è letteralmente sparita dalle zone alte di classifica e Roberta Vinci si è difesa come ha potuto visto la non più giovanissima età.

Emblema del movimento italiano è Paolo Lorenzi: il toscano, all’età di 35 anni, è riuscito ad essere il numero uno d’Italia coronando una carriera fatta di sacrifici e di grande impegno, gettando sempre il cuore oltre l’ostacolo. Fabio Fognini invece non ha saputo trasformare in vittorie il suo talento cristallino e, a parte la finale raggiunta e persa a Mosca, ha deluso per tutta la stagione anche se dalla sua ha come attenuante una serie di infortuni che lo ha colpito da gennaio.

Tra i giovani le belle speranze non mancano, ma il passo per entrare tra i primi 100 è molto faticoso e il progetto stenta a decollare: Quinzi, Mager, Donati e Napolitano saranno i nomi da tenere più in considerazione in ottica 2017 senza però appesantirli di troppe pressioni.