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Lugano, il giorno dopo: reazioni e riflessioni

Il giorno dopo la sconfitta casalinga con il San Gallo, la polemica, sui giornali e sui siti della Svizzera italiana, è piuttosto accesa. Nonostante lo sciopero della curva bianconera, per questioni legate alle diffide (la normativa elvetica in materia è piuttosto severa, come avevamo avuto modo di approfondire lo scorso anno), la temperatura allo stadio di Cornaredo era piuttosto calda, al termine dell’incontro.

Sui forum dei sostenitori, il dito è puntato contro l’arbitro e la Swiss Football League. Le decisioni sbagliate di ieri sono viste come un esempio (l’ennesimo, a parere dei tifosi che scrivono) dell’avversione degli svizzeri di oltre Gottardo nei confronti dei compatrioti italofoni. Qualcuno, per dire, ha scomodato anche i ricordi della Scuola reclute. Tra l’altro, il caso ha voluto che la direzione di gara di ieri abbia seguito quella, non del tutto convincente, di Lugano-Basilea (il rigore concesso allo scadere ai renani era stato oggetto di molte polemiche).

In mattinata, Renzetti ha parlato con la redazione del sito Ticinonline, alla quale ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Nonostante la sconfitta di ieri, resto fiducioso. Abbiamo perso la partita anche per errori nostri. Tra l’altro, ci siamo ritrovati con tre elementi di peso fuori partita. Dovremmo diventare più furbi, e non cadere nelle provocazioni: vorrei vedere più calma e atteggiamenti più tranquilli, soprattutto in panchina. Non mi riferisco a Manzo, che è persona composta e corretta: però, in generale, durante le partite, non voglio più vedere certe reazioni.”

La novità, comunque, è che, in serata, la società bianconera, attraverso il proprio sito ufficiale, ha reso noto di essere in procinto di trasmettere a Berna un dossier relativo alla partita con il San Gallo. Del resto, anche il responsabile degli arbitri Cyril Zimmermann, dietro sollecitazione della RSI, aveva espresso alcune riserve sulla procedura usata dall’arbitro Klossner per assegnare il rigore decisivo.

La squadra si ritroverà martedì, senza alcuni elementi (Alioski, Rosseti e Ceesay in particolare) che saranno impegnati con le rispettive nazionali. La sosta arriva nel momento meno opportuno: sarebbe stato più utile, probabilmente, giocare subito, poter riprendere gli allenamenti tutti insieme, guardarsi negli occhi e riprendere. Invece, questa sconfitta (e il modo in cui è venuta) rischia di togliere serenità a un ambiente e a una squadra che, con questa, è alla terza partita persa consecutiva, tra Coppa e campionato. Al di là della direzione di gara, squadra e panchina hanno subito un po’ l’atteggiamento dei sangallesi, cadendo nella trappola delle provocazioni: serve anche qua, forse, una crescita, come scriveva Giona Carcano del Corriere del Ticino.

L’unico aspetto positivo è quello legato all’eventuale recupero degli infortunati: i ticinesi, senza Piccinocchi e Sabbatini, perdono tantissimo in fase di costruzione. La fantasia dei due centrocampisti appare elemento fondamentale e, praticamente, imprescindibile. Intendiamoci: in mezzo hanno fatto tutti discretamente, ma in fase di costruzione serviva più fantasia. Palloni, davanti, non ne sono arrivati moltissimi: Alioski è stato ancora una volta il migliore dei suoi, ma ha il difetto di vedere poco i compagni (e Rosseti, di questo suo difetto, è quello che ne paga maggiormente le conseguenze). L’israeliano Mizrachi, che pure sembra avere nel repertorio colpi interessanti, fatica moltissimo a integrarsi nel reparto offensivo.

Per concludere, serve mantenere la barra dritta. Sicuramente, gli ultimi risultati negativi hanno lasciato qualche segno. Di buono, c’è che la tifoseria apprezza quanto di buono fatto finora (anche se non si fa vedere in massa allo stadio: ieri pomeriggio, complice il blasone dell’avversario e la pioggia, gli spettatori erano 3.055, il numero più basso dal ritorno alla massima serie), ed è tutta al fianco di società, squadra e allenatore.

Questo credito, però, non è illimitato: ora, servono risultati. La prossima partita non sarà una passeggiata: si giocherà, infatti, alla swissporarena di Lucerna, contro una squadra che ha mostrato, finora, prestazioni altalenanti (soprattutto in difesa), ma che vanta un ottimo attacco, guidato da quel Marco Schneuwly, attuale capocannoniere, che incarna, a nostro parere, il prototipo del centravanti vecchio stampo. Sempre al posto giusto al momento giusto, e capace di segnare in tutti i modi. E al quale noi, se fossimo stati in Vlado Petković, avremmo regalato la convocazione in Nazionale alla prossima partita, che verrà giocata proprio nel bellissimo impianto della Svizzera centrale, stadio di casa del suo club.