Il derby più straniero di sempre (5 greci su 34 convocati) si conclude col trionfo di un Olympiakos ben piazzato in campo e padrone del gioco. Il Panathinaikos, a fronte di assenze importanti, Berg su tutte, non ha scuse: troppo disordinato e confuso per portare a casa il risultato. Sul tabellino vanno Botía, Elyounoussi e Ideye. Gara nervosa, fallosa, ma nel complesso divertente.
Atmosfera infuocata al Karaiskakis per questo derby degli eterni nemici che potrebbe portare l’Olympiakos a sette punti di distacco dal secondo posto. Se il 4-2-3-1 di Paulo Bento non vede defezioni eccellenti, quello raffazzonato da Stramaccioni è estremamente sperimentale, con Wakaso abbassato terzino, Leto come riferimento offensivo e Villafáñez dietro la punta. Il primo tempo inizia come ci si aspettava: squadre nervose, gioco spezzato e discreto numero di falli. La prima occasione ce l’ha sui piedi Retsos, che spedisce alto il pallone, poi sale in cattedra Alberto Botía: prima effettua un recupero straordinario su Leto lanciato a rete, poi svetta sul corner di Fortounis per l’1-0. Passano cinque minuti e arriva il raddoppio: azione meravigliosa di prima sulla sinistra Retsos-Fortounis-Sebá, fantastico cross basso ad aggirare la difesa e inserimento vincente di Elyounoussi. Il Panathinaikos non sa reagire, la squadra è disomogenea e senza ordine, le battaglie a centrocampo le vincono gli avversari e i filtranti non trovano mai un blocco difensivo. Al 44′ è notte fonda: Ideye cala il tris insaccando di testa la punizione dalla destra dell’onnipresente Fortounis.
La ripresa mantiene le stesse caratteristiche ambientali dei primi quarantacinque minuti, acuite dalla disperata irruenza degli ospiti, che puntano almeno a ridurre il parziale. Stramaccioni inserisce Hult e Lod per modificare gli assetti, ma gli animi non sono sereni, come prontamente dimostrato al 60′, quando Botía aggancia Villafáñez in area e Ledesma sbaglia il primo rigore della sua carriera ellenica, dopo averne trasformati ben tre. Al 65′ Kapino chiede il cambio per uno stiramento (esordio di Leali in campionato) e il dirimpettaio Steele viene impegnato poco dopo dal tiro di Figueiras, ben respinto dall’inglese. Strama butta nella mischia anche Lautaro Rinaldi, in modo da portare quanti più giocatori possibile nell’area avversaria, ma la solida impostazione di Paulo Bento fa in modo che il portiere non abbia grattacapi. L’Olympiakos raccoglie i frutti del gran lavoro offensivo operato nel primo tempo, chiudendosi bene e vincendo i contrasti: per quanto i verdi provino a imbastire azioni pericolose, non ci sono momenti che facciano presagire un’eventuale riapertura della gara. La nebbia dei fumogeni accesi dai tifosi festanti provoca una breve interruzione, che prolunga inutilmente un secondo tempo giocato solo per regolamento.
OLYMPIAKOS PIREO-PANATHINAIKOS: 3-0 (3-0)
Olympiakos (4-2-3-1): Kapino 6 (65′ Leali 6); Diogo Figueiras 6,5, da Costa 6, Botía 7 (71′ Bruno Viana sv), Retsos 6,5; Milivojević 6,5, André Martins 6,5; Elyounoussi 7, Fortounis 7,5, Sebá 6,5; Ideye Brown 7 (90’+1 Cardozo sv). A disp.: Elabdellaoui, Bouchalakis, Pardo, Cambiasso. All.: Paulo Bento 7
Panathinaikos (4-2-3-1): Steele 6; Coulibaly 5,5, Moledo 5, Koutroumbis 5, Wakaso 5; Ledesma 4,5, Zeca 5,5 (56′ Lod 5,5); Ibarbo 5, Villafáñez 5, M’Poku 5 (46′ Hult 6); Leto 5 (74′ Rinaldi sv). A disp.: O. Vlachodimos, Mesto, Nuno Reis, Ivanov. All.: Stramaccioni 5
Arbitro: Tasos Sidiropoulos
Marcatori: 21′ Botía, 26′ Elyounoussi, 44′ Ideye Brown
Note: ammonizioni: Retsos, Milivojević, Diogo Figueiras (O), Moledo, Koutroumbis, Ledesma, Ibarbo, Rinaldi (P)