Fermateci
“Yes, weekend”, recita un comune slogan. E con il fine settimana, tornano i campionati: tra questi, oggi si gioca la 13ª giornata della Serie B. Non scenderanno però in campo Ascoli e Virtus Entella; a deciderlo la Lega B nella tarda serata di giovedì, causa emergenza terremoto. Una scelta che mette d’accordo tutti: verificare l’agibilità dello stadio Del Duca giustamente non è una priorità, così come non lo è togliere forze dell’ordine e personale di soccorso a quelle zone colpite dal sisma.
Dopotutto, gli stessi giocatori dell’Ascoli si sono dovuti trasferire in un hotel a Grottammare per cercare concentrazione, tranquillità e sonno a qualche chilometro di distanza in più dagli epicentri delle scosse. Una decisione simile intrapresa anche dalla Maceratese che – in vista della sfida col Feralpisalò – già da martedì è a Castiglione Delle Stiviere, ospite della società locale.
Anche allenarsi in zona, infatti, è diventato complicato: lo sa bene il Basket Recanati, costretto negli ultimi giorni a una sorta di Odissea dei Palas. Con il PalaRossini di Ancona indisponibile, i leopardiani hanno prima rinviato l’allenamento mattutino del martedì per poi spostarsi nel pomeriggio a Senigallia, mentre mercoledì e giovedì si sono allenati nel locale PalaCingolani, spostando temporaneamente letti e brandine (la struttura in questi giorni funge da centro di accoglienza).
Ascoli-Entella non è ovviamente la prima gara a subire rinvii: il terremoto di agosto aveva già posticipato Ascoli-Cesena e Sambenedettese-Padova, mentre nell’ultima settimana hanno subito la stessa sorte Maceratese-Lumezzane, Ancona-Fano, Maceratese-Casertana, quattro gare di Serie D e altrettante di Serie B di basket. Senza menzionare le tante partite dei campionati regionali e giovanili rinviate per inagibilità di campi o palazzetti. Un “bollettino di guerra“, il cui elenco è in continuo aggiornamento.
In territori in cui la terra continua a tremare da mesi, tra paesi fantasma, sfollati in fuga e richieste d’aiuto, la risposta dello sport è dunque di fermarsi a corrente alternata, ove strettamente necessario. Così già la settimana prossima sono fissati i recuperi di Coppa Italia Lega Pro, quella successiva si disputeranno le gare di Serie D rinviate e via discorrendo. Non si può perdere tempo.
Se da un lato può sembrare una scelta sacrosanta, figlia della voglia di non arrendersi, di reagire e guardare avanti, dall’altro si sta fingendo una normalità che di normale ha ben poco. Dal Lazio, all’Umbria fino alla costa marchigiana il sisma non ha risparmiato nessuno: ogni borgo, paese e città ha le sue crepe, i crolli, gli edifici inagibili e i suoi sfollati. Centomila persone non dormono nelle proprie abitazioni, divisi tra tende, auto, camper e strutture ricettive ormai sature da Senigallia a Tortoreto. C’è davvero la voglia e l’interesse ad assistere a eventi sportivi?
Capiamoci: non sto parlando della partitella serale tra amici, che in situazioni come queste può sicuramente aiutare a svagarsi e scaricare stress e tensione, come ci racconta la pagina Facebook “L’umiltà di chiamarsi Minors” con la storia di Riccardo, vigile urbano di Ussita con la passione per il basket. Sono le partite dei vari campionati nazionali/interregionali a lasciarmi perplesso.
È realmente così impellente riunire un gran numero di persone in impianti spesso e volentieri obsoleti, con l’obbligo di un nutrito servizio d’ordine e lo spettro di uno sciame sismico attivissimo, quando durante la settimana metà popolazione fa la spola tra la propria casa (o quel che resta) e la struttura che la ospita e l’altra metà cerca di dargli una mano?
Personalmente ritengo di no. Ho la fortuna di abitare a Porto San Giorgio, nel sud delle Marche, sufficientemente lontano dagli epicentri dei sisma per non subirne direttamente le conseguenze. Ma abbastanza vicino per sentirne tutti gli effetti, le ansie, paure, lo scoramento e le crepe.
La terra non accenna a fermarsi. Trema, trema, trema continuamente. Al punto che ormai si fatica a capire quando sia il pavimento sotto a te a muoversi, e quando a tremare sia tu stesso. Purtroppo non possiamo anestetizzare la terra, ma si sarebbe potuto dar tregua ai campionati. Tutti, di ogni genere e disciplina. Almeno per questo weekend, vista l’emergenza persistente. Fermarsi, almeno a livello sportivo, sarebbe stato possibile. E doveroso.