Ancora non basta. La Juventus si è fatta fregare nei minuti finali contro il Lione la matematica qualificazione agli ottavi di Champions League. Un pareggio che lascia l’amaro in bocca ai tifosi bianconeri presenti allo Stadium mercoledì sera, che hanno assistito a una buona partita della loro squadra per circa settanta minuti per poi contare pure i secondi che mancavano al fischio finale. Qualche problemino è recentemente venuto a galla a Torino. Un po’ come quando vai dal medico con la tosse. Ti consiglia di prendere lo sciroppo e di non prendere freddo. Tu comunque continui a fare quello che fai regolarmente e tossisci più spesso pensando che potrebbe venirti anche un po’ di febbre.
Nessun allarme, per carità. Allegri ha ragione: tutti vogliono la Juve campione d’Italia a dicembre e la Champions a marzo dimenticandosi che le competizioni finiscono più in là. Calma.
D’altra parte è pur vero che da inizio stagione qualche sbavatura accompagna la vecchia signora. Il centrocampo si è alleggerito molto in appena un paio d’anni. Le partenze di Vidal e Pogba hanno mutato forma alla mediana bianconera diventata, in particolar modo con l’arrivo di Pjanic, molto più tecnica. Qualche metro dietro, nel frattempo, s’invecchia. La BBC è ancora più che affidabile ma il numero dei palloni che arrivano negli ultimi trenta metri è aumentato e, di conseguenza, qualche errore in più si è notato. Anche sui calci piazzati, vero punto debole di questa Juventus. E se in Serie A è costato qualche gol subito di troppo, in Europa rischia di essere un problema più serio, come la sfida coi francesi ha sottolineato.
Col rientro di Marchisio, però, le cose dovrebbero migliorare. Il recupero dell’azzurro darà sicuramente più sostanza all’organico permettendo a mister Allegri di passare alla difesa a quattro più abitualmente. In questo modo potremo vedere il bosniaco giocare dietro le punte. Pjanic trequartista non è uno sfizio, ma una soluzione. Non nascondiamoci dietro a un dito. Da regista di fronte alla difesa ha deluso le aspettative toccando pochi palloni finendo nascosto fra le trame avversarie. L’esordio da fantasista non è stato diverso. Il carattere l’abbiamo visto, e non apprezzato, a colloquio con i direttori di gara e poco più. La tecnica è indiscutibile e la speranza dell’ambiente è di trovare la posizione giusta per poter far esprimere al meglio il gioiellino ex Roma.
Unito a questi due fattori, è doveroso tener conto della preparazione atletica pensata per la squadra. La Juventus è da qualche anno che sgomita per arrivare fra le migliori d’Europa e uno degli obiettivi stagionali, dichiarati o meno, è la Coppa dalla grandi orecchie. Lo sprint finale è imprescindibile. Per poter arrivare lucidi e pimpanti tra marzo aprile e maggio c’è da mettere parecchia benzina prima. Fin’ora il gruppo ha tenuto botta riuscendo a essere primo in campionato nonostante due sconfitte (le stesse di Roma, Lazio e Fiorentina) e in piena lotta per il primo posto nel girone di Champions. Un ottimo risultato nonostante il lampante ingolfamento ancora presente nelle gambe degli scudettati.
La società spera di vedere il risultato degli sforzi fatti in estate quando il motore sarà a pieno regime. Quando tutti gli automatismi saranno stati assimilati e cuciti al centimetro all’ammasso di campioni arrivati a Torino a suon di milioni. Ancora un po’ di pazienza, la fuoriserie ha appena ingranato la seconda marcia delle sei a disposizione.