Borussia Dortmund, scoppia il caso Aubameyang: Tuchel smorza ma non troppo, e quanti curiosi
Puoi essere il secondo miglior marcatore dell’attuale stagione di Bundesliga, con 7 gol al netto delle sette presenze totalizzate. Puoi essere il miglior realizzatore del tuo Borussia in Champions League con tre gioie personali. Puoi anche aver segnato in 4 anni di Dortmund la bellezza di 83 reti. Ma se sgarri, posso fare a meno di te.
Potremmo immaginare queste come le parole che Tuchel può aver presumibilmente rivolto alla sua punta di diamante dell’ormai collaudatissimo 4-2-3-1; un modulo e uno stile di gioco che caratterizza sempre più la squadra tedesca e che soprattutto (anche se in Bundesliga dopo un ottimo avvio, i gialloneri sono solo sesti e contano già 8 lunghezze di distacco dal Bayern Monaco), ha regalato al tecnico e a tutti gli addetti ai lavori una soddisfacente qualificazione agli ottavi di Champions League con due turni di anticipo e, inoltre, il momentaneo primo posto del girone da proteggere ai danni del titolatissimo Real Madrid.
Si giocava molto mister Tuchel nella gara di ieri sera contro lo Sporting, e ne era consapevole: alle spalle, a far da cornice, un pareggio nel weekend tedesco nel derby contro lo Schalke e la testa della classifica sempre più distante; ma anche e soprattutto l’occasione di superare il momento no del campionato e di chiudere la pratica qualificazione europea con grande anticipo. Il contemporaneo risultato del Real (pareggio a Varsavia), non ha fatto che incrementare il valore della vittoria ottenuta quindi al Signal Iduna Park, arrivata (ironia della sorte) proprio grazie alla rete del sostituto Adrián Ramos.
Ma nella festa dinanzi ai tifosi del Muro Giallo quell‘assenza saltava all’occhio e strideva particolarmente con il contesto; anzi, proprio in tribuna (in mezzo ai tifosi) ad assistere solo da spettatore c’era proprio lui, uno degli artefici fino a quel momento di questa qualificazione: quel Pierre-Emerick Aubameyang non convocato sul quale i sostenitori da ieri sera cercano spiegazioni.
C’è da dire innanzitutto che sia Tuchel, sia la società, hanno voluto chiarire che la sospensione era da considerarsi solo per la gara di ieri per l’appunto; il che potrebbe stemperare il fattaccio, ma anche no, vista l’importanza della gara e del giocatore. Il tecnico inoltre ha voluto sgonfiare, ma in maniera sibillina, il caso: “Non posso dire il perché dell’esclusione. I motivi interni restano interni; posso dire solo che è stato difficile rinunciare a lui. Dal nostro punto di vista però era impossibile fare altrimenti”.
Quel che è sicuro è che per il gabonese, in scadenza nel 2020, episodi del genere non fanno altro che dare adito a voci di mercato; è fuori discussione che sull’interessante prospetto di nazionalità comunque francese e quindi comunitaria, già prima dell’episodio, vi fossero grandi d’Europa come il Real Madrid stesso; addirittura il Milan, con la nuova proprietà cinese che lo avrebbe indicato come il possibile futuro di Bacca, sembrerebbe aver fatto qualche sondaggio per colui che solo 5 anni fa lasciò partire in Francia per un solo milione di Euro.
Ma non solo, sul giocatore infatti ha detto la sua anche il Presidente del Napoli De Laurentiis proprio alla vigilia della gara di ieri sera, il che non fa che rendere ancora più sgargiante il giallo attorno alla vicenda; il Presidente partenopeo anzi ne ha approfittato per un’altra delle sue classiche frecciatine al tecnico Sarri: “Aubameyang? Sono tre anni che ne parlo, ma ha ragione a dire che non va bene per noi. Mica possono andare tutti bene, all’inizio non capivo, non capivo in nessun modo, ora ho capito”. Che siano allora le dichiarazioni di mercato a distrarre il giocatore o quantomeno ad averne creato una questione prima della gara?
Tra quelle che all’indomani dell’episodio dell’attaccante sono le ipotesi più probabili sull’esclusione (la società tedesca si è stretta nel silenzio attorno al tecnico e nessuna notizia giunge da Dortmund), la più quotata parrebbe essere l’utilizzo proibito di un cellulare durante la riunione tecnica alla vigilia della gara, che avrebbe portato l’allenatore a dover escludere Aubameyang proprio per il rispetto del regolamento interno; il che giustificherebbe anche quel suo “era impossibile fare altrimenti”. Quel che è certo è che Pierre-Emerick ha gli occhi di mezza Europa su di lui; d’ora in poi qualsiasi indizio può fare una prova.